Sala e Fontana: due mesi divisi dal virus

Sala e Fontana: due mesi divisi dal virus

di Giovanni Migone
Mai tanto divisi come dal coronavirus. Il presidente della Regione Attilio Fontana e il sindaco di Milano Giuseppe Sala, in due mesi di emergenza causata dal virus che ha messo in ginocchio la Lombardia, hanno espresso valutazioni e misure spesso discordanti per contrastare il covid-19. Divergenze che hanno disorientato i cittadini.
Il preambolo li accomuna.«È poco più di una normale influenza», disse Attilio Fontana il 25 febbraio sul virus; «Milano non si ferma», gli fece eco Giueppe Sala il 27 febbraio sull’orgoglio cittadino. Entrambi sottovalutarono il problema, trattandosi di una pandemia.
Poi comincia il botta e risposta dei pareri discordanti su (quasi) tutto. Dopo i primi stop a ristoranti, bar e musei, Palazzo Marino ottiene riaperture parziali e totali. Gioie effimere, spazzate via dal Dpcm dell’8 marzo. A tutte le richieste di riapertura espresse dal sindaco Sala, intanto, il presidente Fontana replica con un secco «se tutti parlassimo meno, sarebbe meglio». Lo scontro tra Comune e Regione peraltro era già iniziato ben prima, già il 4 febbraio, quando Fontana chiese la quarantena per gli studenti cinesi di rientro dalla Cina dopo il loro capodanno. Bollata come «richiesta eccessiva» da Sala.
Sui trasporti pubblici c’è il diktat regionale: ridurre i mezzi, origine di possibili contagi. Il sindaco non commenta e applica. Il giorno dopo, impazzano i video di milanesi stipati su bus e metrò affollatissimi. Palazzo Marino riporta il servizio di Atm a livelli sufficienti indipendentemente dall’ordinanza regionale, ma certo il clima tra i due Palazzi non migliora. Meglio sui mercati comunali coperti, la querelle dura appena 24 ore. Regione li chiude con un’ordinanza, mentre il Comune si chiede quali differenze vi siano con un normale supermercato. Il dietrofront di Palazzo Lombardia è repentino e i mercati riaprono. Lo scontro si sposta poi sul sistema sanitario lombardo. «Ha una scarsa tenuta sul territorio», afferma Sala. Fontana: «Il sindaco ha sempre decantato la nostra sanità. Se non si vogliono polemiche, basta non innescarle ogni mattina». Si arriva così al ping pong sul Pio Albergo Trivulzio: «Le rsa sono enti privati o gestiti da fondazioni che fanno riferimento ai comuni del territorio», ribadisce la Regione Lombardia. «La sanità è competenza regionale», si sottolinea da Palazzo Marino.
E infine le mascherine.
Il governatore ne annuncia oltre 3 milioni gratuite sul territorio regionale da lunedì 6 aprile. Il sindaco il lunedì stesso fa notare che a Milano di mascherine non c’è ancora traccia. E poi ne contesta il numero esiguo dato in dotazione alla metropoli: 120 mila. riproduzione riservata ®<QR>

Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Aprile 2020, 07:15
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