Ruby Ter, la difesa accusa le Olgettine: «Volevano ricattare Berlusconi, il Cav è parte offesa»

Ruby Ter, la difesa accusa le Olgettine: «Volevano ricattare Berlusconi, il Cav è parte offesa»

Gli «screenshot» delle giovani ex ospiti delle serate di Arcore, riunite in una chat da settembre 2014 e in cui parlavano di fare pressing per chiedere soldi a Silvio Berlusconi, non hanno «valenza» per il reato di corruzione in atti giudiziari, ma «possono al più e alla peggio» valere come un tentativo di «ricatto» ai danni dell'ex premier «parte offesa», che da parte dei pm «non si è mai voluto fare oggetto di accertamento», ha affermato l'avvocato Federico Cecconi, spiegando che «vi è stata una non condivisibile in termine etici e probabilmente rilevante in termini penalistici forma di approfittamento» nei confronti di Berlusconi.

Ruby Ter, il legale di Marysthell Polanco: «Soldi da Berlusconi? Come le mance del nonno»

In sostanza, l'avvocato Cecconi ha spiegato che non ci sono prove di accordi corruttivi tra il Cavaliere e le ragazze, per soldi in cambio del silenzio, e che anzi dagli atti delle indagini sul Ruby ter emergono «divagazioni» che potrebbero, invece, far pensare a presunti tentativi estorsivi nei confronti dell'ex premier, «parte offesa». E ha citato in particolare quelle chat tra le ragazze e alcuni nomi di cosiddette 'olgettine', tra cui Barbara Guerra, le gemelle De Vivo e Marysthell Polanco. Con quelle forme «scomposte» di pressione, secondo il difensore, c'è la «possibilità che alcune di queste persone, evidentemente non così amiche di Berlusconi, hanno pensato di poter individuare una forma di speculazione ai danni di Berlusconi al fine di incamerare somme di denaro».

In questo passaggio dell'arringa il legale ha letto pure alcune frasi intercettate di Nicole Minetti (non imputata in questo processo). L'ex premier, ha ribadito il difensore, avrebbe versato soldi alle giovani «come ristoro» per lo scandalo mediatico. La difesa ha ricordato che anche «un ispettore di polizia giudiziaria», sentito come teste dell'accusa, ha riferito che da quelle chat era «emersa la volontà di ricatto». E ha ricordato che a Monza è in corso un processo a carico di Giovanna Rigato (imputata anche nel Ruby ter) per una presunta tentata estorsione da un milione di euro ai danni del leader di Fi. Processo con udienza fissata per domani nella quale l'ex premier avrebbe dovuto testimoniare come parte civile. Attraverso il legale Salvatore Pino, però, Berlusconi ha depositato un'istanza di rinvio per legittimo impedimento per impegni politici.

Da Imane Fadil "parole non realistiche"

Non è «realistica né credibile la ricostruzione» di vari episodi citati da Imane Fadil, una delle testimoni 'chiavè dell'accusa morta nel 2019, nelle sue dichiarazioni rese ai pm nel 2015, ha aggiunto il legale puntando a smontare uno ad uno gli elementi portati dalla Procura per sostenere l'accusa di corruzione in atti giudiziari e in questa fase soprattutto «l'esistenza dell'accordo corruttivo». «Mi dolgo con la dovuta pietas per la morte di questa giovane», ha spiegato Cecconi, chiarendo, però, che la difesa si duole «anche per non averla potuta contro-esaminare nel processo» su quelle dichiarazioni per «precisazioni e chiarimenti».

Anche le dichiarazioni «di natura meramente indiziaria di Fadil portate dai pm», per Cecconi, sono «del tutto inidonee a dare dimostrazione dell'esistenza dell'accordo illecito» tra il Cavaliere e le ragazze per presunti versamenti in cambio del silenzio. In merito ad alcuni passaggi dei verbali di Fadil, tra cui quelli relativi ad un incontro con un siriano che avrebbe minacciato la giovane, Cecconi ha messo in luce che «i processi hanno già dimostrato che di soggetti approfittatori, che hanno cercato di avvicinarsi e fare biecamente business millantando contatti con Berlusconi, ve ne sono tanti». Ha fatto riferimento, poi, alla «dimostrazione plastica di una volontà di approfittamento» e a «meccanismi estorsivi». Tra gli altri elementi contrastati dalla difesa anche le dichiarazioni, valorizzate dai pm, di Marysthell Polanco, ex fedelissima delle serate di Arcore, rilasciate in un'intervista ad una giornalista inglese.

Le accuse di corruzione

«Qui siamo di fronte a un processo per corruzione per 'pubblici proclamì perché lo stesso Berlusconi ha detto, anche in epoca non sospetta, che procedeva ad aiutare le giovani», ha detto Cecconi. «Gli elementi di portata indiziaria dell'accusa, globalmente considerati e anche uno per uno analizzati, sono del tutto inidonei a ritenere provata aldilà di ogni ragionevole dubbio la penale responsabilità del dottor Berlusconi», ha chiarito il difensore, facendo presente che non c'è reato se «la dazione o altra utilità» viene corrisposta per «una causa alternativa lecita».

E la difesa di Berlusconi ha sempre sostenuto, come lo stesso leader di FI, di aver versato soldi alle ragazze per risarcirle per lo scandalo mediatico che si era creato col caso Ruby. Per la difesa, poi, la Procura «non è stata precisa e rigorosa nell'individuare» il momento del presunto accordo corruttivo tra il leader di Fi e le giovani ex ospiti delle serate di Arcore. «Non vi è nemmeno un germoglio dell'accordo corruttivo», ha detto Cecconi, riferendosi agli indizi portati dai pm.

È «forte, debordante, dirompente l'effetto dell'ordinanza» con cui i giudici della settima penale di Milano, lo scorso novembre, hanno dichiarato «inutilizzabili» le dichiarazioni delle giovani testi nei processi sul caso Ruby, «sulla tenuta stagna degli elementi» portati dalla Procura per contestare l'accusa di corruzione in atti giudiziari, che viene così «demolita». «Noi non siamo certo privi di argomentazioni forti sul punto della estraneità all'imputazione del dottor Berlusconi», ha chiarito Cecconi, precisando, però, che la sua discussione non poteva non partire proprio dall'ordinanza del collegio presieduto da Marco Tremolada che nel corso del processo ha in sostanza 'cancellatò le dichiarazioni delle giovani, che avrebbero detto il falso nei processi. E ciò, per la difesa, ha influito in modo «dirompente» anche sul reato di corruzione collegato.

 

Quell'ordinanza, infatti, ha spiegato l'avvocato, «dice in modo insuperabile che tutte le odierne coimputate di Berlusconi almeno dalla primavera del 2012» andavano già indagate per presunta corruzione e quindi dovevano essere sentite nei processi come testi con l'assistenza di avvocati. E se ora vengono meno le presunte false testimonianze, secondo la difesa, viene meno anche l'imputazione di corruzione. «Con questa ordinanza non solo viene meno la falsa testimonianza, ma anche la corruzione in atti giudiziari», ha concluso il legale.

Nella prima parte della sua arringa che andrà avanti fino al pomeriggio (l'altro legale, Franco Coppi, parlerà il 2 novembre) Cecconi si è concentrato su quell'ordinanza del 3 novembre 2021 con cui, in sostanza, per la difesa i giudici hanno spazzato via le accuse del processo. All'inizio dell'intervento Cecconi ha voluto «ringraziare anche i pm» per la «massima forma di rispetto di ruoli» che c'è stata nel processo, e i giudici «per la vostra guida sempre autorevole e equilibrata». E ha ricordato anche Niccolò Ghedini, storico legale del Cavaliere di recente scomparso: «un grande collega e un caro amico». Poi, è passato a spiegare che la richiesta della Procura di «revoca o modifica» dell'ordinanza dei giudici, formulata nella requisitoria, è «totalmente irricevibile». Non è stata presentata nel dibattimento, ha fatto notare Cecconi, «perché non c'erano elementi per legittimarla».

 

Quella decisione presa nel processo dai giudici ha stabilito che le ragazze, almeno dal 21 marzo 2012, erano «indagate sostanziali», andavano già iscritte nel registro degli indagati e dovevano essere testimoni nel Ruby e nel Ruby bis come indagate in procedimento connesso. E se ora per queste iscrizioni non avvenute sono state 'cancellatè le loro dichiarazioni, quelle giovani non possono essere ritenute i pubblici ufficiali, «nemmeno per un minuto, nemmeno per un'ora», corrotti dall'ex premier, che per l'accusa l'avrebbe pagate in cambio del loro silenzio. Per Berlusconi la Procura ha chiesto una condanna a 6 anni e 10 milioni di euro di confisca. Cecconi ha fatto anche presente che la difesa Berlusconi ha «rinunciato a più di 90 testi rispetto a quelli in lista, questo a chi dice che il nostro è stato un atteggiamento dilatorio per sfuggire al processo».


Ultimo aggiornamento: Martedì 18 Ottobre 2022, 16:34
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