Ruby e Berlusconi, le verità in un libro: «Che imbarazzo la prima sera ad Arcore col presidente»

Il libro che sarà presentato domani a Milano da Karima El Mahroug, la Ruby del processo a Silvio Berlusconi

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di Redazione web

«Non sono una prostituta». Comincia così il libro che sarà presentato domani a Milano da Karima El Mahroug, la Ruby del processo a Silvio Berlusconi, scritto con la giornalista Raffaella Cosentino. Un'affermazione ribadita e spiegata meglio poche righe dopo: «Ho fatto la ragazza immagine, la cubista, la panettiera e la venditrice ambulante - a partire dai miei 9 anni - la bagnina - senza saper nuotare -, l'estetista - senza aver alcuna qualifica - ho frequentato la casa del presidente Berlusconi, ho dormito molte notti su una panchina, sono scappata da 18 comunità. Ho camminato pericolosamente sull'orlo di un burrone, avrei potuto cadere e non sono caduta. Avrei potuto fare la prostituta, ma non l'ho fatto».

La prima sera ad Arcore

Nella sua biografia 'Karima', scritta da Raffaella Cosentino, Karima El Mahroug, conosciuta come Ruby, racconta la prima serata passata a cena nella villa di Silvio Berlusconi ad Arcore. «Il Presidente mi offrì il posto accanto a lui e gli occhi addosso delle altre ragazze un po' mi mettevano in imbarazzo. Iniziò la cena e mi fu chiesto di presentarmi: avevo la risposta già collaudata - racconta -: 'Mi chiamo Ruby Hayek, sono metà egiziana e metà brasiliana, ho ventiquattro anni.

Mia madre è una cantante molto famosa in Egittò».

 

Ruby, le anticipazioni del libro

Karima El Mahroug parla a lungo della sua infanzia trascorsa inizialmente a Fquih Ben Salah, paesino del Marocco in cui è nata il primo novembre del '92. Poi il trasferimento a Béni Mellal («praticamente in mezzo al nulla») e infine l'approdo in Italia, dove il padre si era trasferito negli anni '70 per lavorare in una fabbrica del nord. La famiglia si ricongiunge in Calabria (a Badolato Superiore, in provincia di Catanzaro) il 14 marzo 2001.

Le violenze del padre

E anche se il nostro Paese non è come l'aveva immaginato («secondo la mia percezione l'Italia era un posto magnifico, con case bianche e finestre turchesi»), Karima è felice, anche perché finalmente può vivere finalmente con il padre. Che però, un po' alla volta, si trasforma in un uomo sempre più violento: «Le botte - si legge nel libro - erano la soluzione per ogni cosa; non erano un gesto d'ira, uno schiaffo perché perdi la pazienza. Erano un disegno, un crescendo, non si esaurivano, finché non era qualcuno ad intervenire». Particolarmente doloroso uno degli episodi raccontati da Karima: «Mi prese tirandomi per i capelli e infilò la mia testa nel water, affondando il mio viso sui miei bisogni e tirando poi lo sciacquone. L'umiliazione fu profonda».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Febbraio 2023, 07:50
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