Giro di vite a Milano sui campi rom, si va verso la chiusura

Giro di vite a Milano sui campi rom, si va verso la chiusura

di Simona Romanò
I campi rom, autorizzati o meno, saranno chiusi. Un’operazione graduale, ma necessaria. Linea dura annunciata dal sindaco Giuseppe Sala nell’ultima giunta e ribadita ieri in commissione, a Palazzo Marino, alla presenza della vicensindaca con delega alla Sicurezza Anna Scavuzzo: «Stiamo affrontando la questione con determinazione. La nostra attenzione, al momento, è sul campo regolare di via Bonfadini, ma ci sono quattro zone “calde” e non vorremmo che la situazione si allargasse».

Si tratta di strade più o meno vicine prese d’assalto da carovane di nomadi con le roulotte: per esempio, via Cima-via Pusiano-via Rombon; via Pestagalli-via Medici del Vascello; via Bitinia-via Svevo-via Zumbini. I controlli dei vigili sono costanti: dal 1 gennaio al 17 maggio hanno effettuato 266 sgomberi, allontanando 8540 persone. Spesso però senza benefici duraturi. Da qui la richiesta del sindaco di «un’azione più incisiva» da parte dei ghisa che mette in campo una squadra di 32 agenti. Il tema degli insediamenti rom è emerso in vista dell’estate quando il numero aumenta. «Se d’estate ne arrivano di più, è chiaro associarlo al fatto che ci sia spazio per azioni illecite», aveva spiegaot Sala. Al momento i campi autorizzati sono cinque: nelle vie Bonfadini, Impastato, Chiesa Rossa, Martirano e Negrotto. Complessivamente ospitano 642 persone, alle quali vanno aggiunte le 312 negli agglomerati non regolari ma tollerati nelle vie Montebisbino, Vaiano Valle, Bonfadini (accanto a quello regolare), Cusago. In città dunque gravitano 954 rom censiti e circa altrettanti sconosciuti. Numeri che saranno azzerati nella logica dell’integrazione.

«Il Comune è sempre disponibile a lavorare con chi si vuole integrare, ma non apre le porte a chi non rispetta le regole», ha precisato Anna Scavuzzo.

Ultimo aggiornamento: Martedì 22 Maggio 2018, 06:00