Una truffa allo Stato per oltre un milione di euro. Tutto si sviluppava attorno a un internet point di Milano gestito da un titolare di origini bengalesi, diventato vero e proprio punto di riferimento per trasformare in contanti il reddito di cittadinanza. A lui facevano capo, infatti, 250 persone (232 denunciate) che percepivano senza i requisiti il Reddito. E lo monetizzavano tramite acquisti finti con la carta del sussidio nell'internet point di via Padova, con il titolare che incassava il versamento senza causale via Pos, e restituiva «cash» il denaro ai clienti trattenendo per il disturbo il 15% di provvigione.
Arrestato
Il proprietario del negozio di Milano, un 38enne bengalese, in Italia da una decina di anni, è stato arrestato questa mattina dai carabinieri del gruppo Tutela lavoro di Milano con le accuse di riciclaggio continuato e abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento. La somma riciclata dall'uomo ammonta a circa 213mila euro, mentre la truffa ai danni dello Stato è stata quantificata in un milione e 100mila euro.
Le indagini
Le indagini sono partite nel febbraio del 2021, quando i carabinieri hanno individuato numerosi percettori di reddito di cittadinanza senza requisiti, per lo più di origine somala. Una volta accertato che questi effettuavano «anomali e ricorrenti» acquisti in un internet point di Milano, il Gazi network di via Padova, anche attraverso l'esame di tabulati telefonici, le intercettazioni, gli acquisti simulati e grazie alla presenza di telecamere installate nel negozio, i carabinieri sono riusciti a ricostruire il meccanismo che portava il titolare a trasformare i soldi digitali della carta reddito in denaro contante a partire dall'ottobre del 2020. Così facendo, l'uomo avrebbe guadagnato circa 20mila euro, adesso sequestrati dai militari. Un'ulteriore conferma della correlazione tra il reddito riciclato e l'internet point è poi arrivata dai movimenti bancari dell'attività.
Tutti indagati
Adesso gli indebiti percettori, deferiti alle procure di Milano, Cosenza, Bergamo, Roma, Brescia, Como e Torino, sono indagati per i reati di falsa attestazione del possesso dei requisiti per la corresponsione del beneficio e truffa aggravata. I restanti dodici, in possesso dei requisiti, sono stati segnalati all'Inps per l'indebito utilizzo del beneficio. L'uomo, secondo quanto emerso dalle indagini, era consapevole di trovarsi davanti a falsi percettori. E anche quest'ultimi sapevano di poter fare affidamento su di lui per prelevare ogni mese.
Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Marzo 2023, 21:39
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