Allarme pronto soccorso: «In Lombardia pronto soccorso al collasso, ci vuole il lockdown». Fontana: «Al lavoro per evitarlo»

L'allarme di Bertolini: «In Lombardia pronto soccorso al collasso, ci vuole il lockdown». Fontana: «Al lavoro per evitarlo»

di Simona Romanò

«I pronto soccorso sono vicini al collasso».

È l’allarme di Guido Bertolini, responsabile del Coordinamento Covid-19 per i pronto soccorso lombardi. Spiega cosa sta accadendo in queste ore: «Alcuni dei pazienti Covid hanno urgente bisogno di ossigeno e talora di ventilatori. Ma in molti casi non trovano possibilità di ricovero immediato per l’assenza di letti disponibili e restano a volte anche più di 72 ore in attesa». E teme cosa possa accadere nei prossimi giorni a Milano e in altre realtà itlaiane. Da qui, la considerazione che fa rabbrividire istituzioni e cittadini: «L’unica cosa è chiudere tutto, un lockdown a livello nazionale».

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Il punto di vista dei pronto soccorso è importante perché dà il polso della pandemia. E certo il tema del lockdown, o blocco totale, della Regione e di Milano ieri è stato rilanciato per tutto il giorno. Esperti e politici ne hanno discusso con rimpalli e accuse incrociate.

A partire da Walter Ricciardi, dell’Istituto superiore della sanità e consigliere del ministro della Salute, che è tornato a chiedere «chiusure locali e non nazionali, quindi, dove il virus circola di più, come appunto Milano».

Un’affermazione che ha innescato l’immediata reazione del presidente regionale Attilio Fontana: «Escludo - ha ribadito - che ci siano le condizioni per prevedere ipotesi di questo genere, anzi, tutti i nostri interventi vanno nella direzione di scongiurare un altro lockdown». Non è d’accordo nemmeno il sindaco Giuseppe Sala che peraltro ammette i dati negativi delle terapie intensive: «Lunedì c’erano circa 80 pazienti intubati a Milano e 200 in Lombardia». Però crede ci sia ancora tempo. «Anche nella peggiore delle ipotesi avremmo 10-15 giorni per decidere un eventuale lockdown». Cauto anche il virologo Fabrizio Pregliasco: «Aspettiamo 15-20 giorni per valutare gli effetti dell’ultimi decreto».

Intanto, ieri Fontana ha firmato un’ordinanza che reitera le misure anti-Covid più restrittive rispetto alle nazionali: coprifuoco 23-5, didattica a distanza al 100% nelle superiori, chiusura delle grandi strutture di vendita e dei centri commerciali nel weekend escluso alimentari. La scadenza resta il 13 novembre.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 28 Ottobre 2020, 10:44
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