Prima della Scala a porte chiuse per il Covid: si alza il sipario per 'A riveder le stelle'. Meyer: «​La Scala c'è, è in piedi e vuole andare avanti»

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Una prima decisamente fuori dal comune quella di questa sera alla Scala di Milano. Uno spettacolo mai visto nel tempio della lirica più famoso del mondo. A porte chiuse a causa del Covid ma trasmesso in tv. Alla Scala si è alzato il sipario per 'A riveder le stelle', il concerto-evento che sostituisce, per la prima volta dal Dopoguerra, la tradizionale Prima di Sant'Ambrogio, ripercorrendo su Rai1 la letteratura operistica dell'800, italiana e non solo. 

«La Scala c'è, è in piedi e vuole andare avanti»: è soddisfatto il sovrintendente della Scala Dominique Meyer della 'straordinarià prima di questa sera, realizzata in sei giorni, con artisti di tutto il mondo. «Abbiamo tutti desiderio di trovare spettatori in platea e nei palchi, i musicisti in buca e i cantanti sul palco perché abbiamo bisogno di essere insieme» ma finché non si può «ricerchiamo soluzioni». Per questo Meyer ha voluto anche ringraziare la Rai, che attraverso Rai Cultura ha trasmesso lo spettacolo su Rai 1.

 

«Uno spettacolo godibilissimo, che ha ricordato a molti i momenti stupendi vissuti in questo meraviglioso teatro»: così Giorgio Armani commenta con l'ANSA lo spettacolo 'A riveder le stellè che ha inaugurato la stagione della Scala. «Devo dire - aggiunge Armani, che ha seguito la serata da casa - che sono molto contento di come sono apparsi alcuni protagonisti con i miei abiti». Per lo stilista, che ha vestito tante prime, compresa questa (suoi i capi indossati da molti artisti), quello andato in scena stasera è «uno spettacolo degno di Milano»

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LA SERATA Non un semplice gala ma uno show inedito in tre ore di programma, fortemente voluto dal sovrintendente Dominique Meyer. Il coronavirus, che nei mesi scorsi si è insidiato anche tra i palchi del Piermarini, con diversi membri del coro contagiati, ha impedito di allestire 'Lucia di Lammermmor' di Donizetti che avrebbe dovuto inaugurare la stagione scaligera ma niente ha potuto contro la magia dell'opera. Che stasera è qui, intatta.  Niente mondanità, niente show, niente sfilata di abiti tra le signore della Milano bene. I palchi sono muti, l'orchestra è disposta in platea ma, come si dice in questi casi, lo spettacolo deve andare avanti. La prima immagine è quella di Milano ripresa dall'alto, poi un video di Mirella Freni che canta 'Io son l'umile ancellà da 'Adriana Lecouvreur' di Francesco Cilea, quindi l'inno di Mameli intonato da tutti i lavoratori del teatro, affacciati dai palchi. Le luci si accendono, lo spettacolo può iniziare. Saranno 31 le arie intonate da 24 'big' della lirica (tra cui Placido Domingo, al suo decimo 7 dicembre) e intervallate dalla lettura di brani di Pavese, Bergman, Sting, Racine, Hugo e Montale, e dagli show dei danzatori del corpo di ballo, capitanati da Roberto Bolle. 

Un percorso che dalle tenebre intende, idealmente, condurre alla luce, ossia dalla pandemia al post-Covid. Sul podio Riccardo Chailly con le spalle rivolte al palcoscenico, per il balletto c'è Michele Gamba, mentre l'allestimento scenico è stato affidato al regista Davide Livermore, al suo terzo Sant'Ambrogio consecutivo, che ha creato l'impianto narrativo coinvolgendo anche diversi attori sul palco tra cui Massimo Popolizio, (che con le parole di Bergman ricorderà il senso del teatro) Caterina Murino e Laura Marinoni che leggeranno alcuni brani significativi. 

Ad aprire la serata è il Preludio dal 'Rigolettò di Verdi, con gli ottoni, guidati da tromba e trombone, che intonano il motivo in ritmo puntato associato alla maledizione lanciata su Rigoletto da Monterone per poi proseguire con 'Cortigiani vil razza dannatà, invettiva che nel secondo atto dell'opera di Verdi Rigoletto scaglia contro i cortigiani che gli hanno rapito la figlia Gilda e interpretata stasera da Luca Salsi. Si chiude con il finale catartico di Guglielmo Tell di Rossini. Nel mezzo le arie più famose di alcuni degli alfieri della lirica mondiale: da Verdi a Rossini, passando per Giordano, Donizetti, Puccini Bizet, Massenet e Wagner mentre Roberto Bolle, assieme alle altre étoile scaligere, danzerà sulle note di Cajkovskij e Verdi.  Non ci sarà il tenore Jonas Kaufmann, tra le star più attese, che per motivi di salute è stato costretto a dare forfait ma saranno presenti tutti gli altri giganti della lirica mondiale: Rosa Feola, Lisette Oropesa, Kristine Opolais, Roberto Alagna, Luca Salsi, Juan Diego Flórez, Francesco Meli, Benjamin Bernheim, Aleksandra Kurzak, Eleonora Buratto, Sonya Joncheva, Marina Rebeka, Marianne Crebassa, Elina Garanca, Vittorio Grigolo, Piotr Beczala, Carlos Alvarez e Ludovic Tézier. E se è vero che la venità quest'anno è azzerata, in una serata del genere non possono mancare moda e creatività: grazie a un accordo con la Camera nazionale della moda italiana i cantanti vestiranno abiti firmati Armani, Dolce e Gabbana (tra i soci della  Scala), Lella Curiel, Valentino e Marco De Vincenzo.

SALA.  «Io credo che sarà un grande spettacolo, non si poteva assolutamente non fare la Prima, non si poteva fare quella classica e per cui questa mi pare la migliore soluzione».

Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha parlato della Prima della Scala, arrivando in teatro. Uno spettacolo a porte chiuse che si tiene in diretta tv per la pandemia. Alla Scala «sono stati rapidissimi a trovare una formula, non è semplice e io vorrei che Milano fosse così, rapida nell'adattarsi ai tempi, reattiva, salvaguardando la qualità e questo lo vedremo stasera. Milano ha bisogno della Scala e la Scala ha bisogno di Milano».

DOMINGO. «Sarà una prima unica, speriamo sia unica e che questa Pandemia finasca» così ha detto Placido Domingo che ha appena finito di registrare un'aria dell'Andrea Chenier per lo spettacolo scaligero '...a riveder le stellè. «Il pubblico - ha aggiunto - vuole essere qui e noi lo vogliamo. Comunque questa prima sarà ricordata».  «Mi è piaciuto moltissimo essere qui, sono 51 anni dal mio debutto alla Scala essere qui con questa opportunità unica. Questa è stata un'idea brillantissima ma spero sia l'unica volt, speriamo che la pandemia finisca e che il teatro possa continuare come prima. Il pubblico vuole essere qui, vogliamo che il pubblico sia a teatro». Lo ha detto il tenore Placido Domingo, durante la conferenza stampa prima della serata 'A riveder le stellè della Scala, che sarà trasmessa su Rai1 a partire dalle 17. «Per me è il nono 7 dicembre ed è stato un onore dividere il palcoscenico con i colleghi - ha detto Domingo - con il maestro Chailly e tutto il personale della Scala. Dominique (Meyer, ndr) è da pochi mesi qui ed è stato così difficile organizzare ma questa serata sarà ricordata. Vedrete che il programma è molto molto bello». 

MEYER. «È stato emozionante vedere che il mondo della lirica ha voluto darci una mano, alla Scala e all'Italia», il sovrintendente del teatro Dominique Meyer lo ha detto prima che inizi la trasmissione di '...a riveder le stellè spettacolo in diretta su Rai 1 organizzato per la prima del 7 dicembre a cui hanno partecipato 24 fra i maggiori cantanti a livello mondiale. «Tutti in teatro - ha aggiunto - hanno dato quello che potevano dare». 

BOOSTA. «Sono felice e privilegiato perché un pò della mia musica risuonerà tra le mura della Scala, brutto anatroccolo in mezzo a nomi di una bellezza incredibile»: lo scrive sui social Davide 'Boostà Dileo, fondatore dei Subsonica e autore delle musiche su cui si esibisce oggi l'etoile Roberto Bolle nello spettacolo 'A riveder le stellè, che sostituisce la tradizionale opera che ogni 7 dicembre inaugura la stagione del Piermarini. «In questo momento drammatico - prosegue Boosta - non riesco a non pensare che istruzione e arte siano due dei presidi di civiltà su cui non bisognerebbe mai spegnere i riflettori. Ci auguro un lunedì migliore possibile». 

BRUNO VESPA.  «Uno spettacolo senza pubblico, ma mai avvenuto al mondo». Lo ha detto Bruno Vespa prima di presentare la serata di inaugurazione della  Scala che viene trasmessa in diretta da Rai1. «Evento unico e irripetibile e anche una grande occasione di bellezza», ha aggiunto Milly Carlucci che conduce insieme al giornalista. Se ogni Prima, appuntamento culturale per eccellenza a Milano il 7 dicembre giorno di Sant'Ambrogio, è unica a modo suo, l'inaugurazione della stagione alla Scala stasera a Milano è sicuramente la più inedita di tutte. Il sipario si è aperto infatti su uno spettacolo a porte chiuse, tre ore di show dal titolo 'A riveder le stellè, in sostituzione della Lucia di Lammermoor, posticipata per l'emergenza Covid. Un evento planetario che tra dirette tv, social e piattaforma varie, raggiungerà milioni di persone in tutto il mondo. A dirigere il maestro Riccardo Chailly.

I LAVORATORI OCCUPANO IL TEATRO. Una veduta aerea di Milano, i nuovi grattacieli di Citylife, il castello sforzesco, corso Sempione, poi il Duomo e piazza Scala: inizia con una veduta aerea '...a riveder le stellè, con la voce di Mirella Freni che canta Adriana Lecouvirer. A volare fino al teatro è la Musa della Musica che lo trova vuoto con una sola donna delle pulizie che accenna all'Inno nazionale. Poi la luce si accende e dai palchi si mostra il coro mentre gli altri lavoratori 'occupanò il palco. Quando il direttore d'orchestra Riccardo Chailly dà l'attacco sono loro a cantare l'inno di Mameli. Un modo per dire che la Scala c'è e vuole esserci.

I TRAM SALUTANO IL TEATRO. Sono passati davanti al Teatro alla Scala facendo risuonare una scampanellata i tram di Milano come omaggio dell'Atm ai cantanti, agli orchestrali, ai ballerini e a tutti gli artisti che stasera porteranno il mondo 'A riveder le stellè. Come twitta l'azienda, in un messaggio che si conclude con 'Buon Sant'Ambrogio, Milanò, è stato il saluto dei tranvieri per questa insolita serata, piovigginosa e silenziosa. In Piazza della Scala transita la linea 1 con i più tradizionali dei tram milanesi, il vecchio Carrelli giallo e arancione.


Ultimo aggiornamento: Martedì 8 Dicembre 2020, 10:02
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