Pillola abortiva RU486 come la mela di Biancaneve, il manifesto choc: «Prenderesti mai del veleno?»

Pillola abortiva RU486 come la mela di Biancaneve, il manifesto choc: «Prenderesti mai del veleno?»

Polemiche per un manifesto apparso in centro a Milano. Nel cartellone la pillola abortiva RU486 diventa la mela avvelenata di Biancaneve. Le associazioni femministe sono sul piede di guerra contestando una pubblicità che attaccherebbe palesemente il diritto all'aborto. La foto del manifesto mostra una donna stesa per terra come se fosse morta con in mano una mela rossa morsicata. «Prenderesti mai del veleno? Stop alla pillola abortiva RU486, mette a rischio la salute e la vita della donna e uccide il figlio nel grembo», si legge nel messaggio.

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A firmare il manifesto apparso in più punti davanti a degli ospedali è ProVita&Famiglia, l'associazione ultracattolica notoriamente antiabortista, mentre l'hashtag, reca la frase «dalla parte delle donne». Boom di proteste sui social. «Non ci sono parole per descrivere questo vergognoso manifesto pubblicitario affisso a Milano in via Vigoni angolo via Mercalli. Si tratta di una indegna menzogna e di una grave violazione del corpo e della dignità delle donne. L’ennesima violenza che non siamo disposte a tollerare! Chiederemo chi ha autorizzato questa affissione e siamo pronte a un’azione significativa che faccia sentire la nostra voce contro questo abuso», si legge sulla pagina della Casa delle Donne di Milano.
 


Intanto, in molti si stanno attivando per chiedere di rimuovere l'affissione. Una battaglia che si preannuncia difficile perché gli spazi scelti non sono di proprietà del Comune. Diana De Marchi, consigliera Pd e presidente della commissione pari opportunità del Comune, spiega: «Ho scritto a tutti i referenti, resta sempre il tema purtroppo che il Comune può intervenire solo sui nostri spazi, adesso verifichiamo, ci siamo già attivati per farlo rimuovere perché è inaccettabile: la libertà delle donne va rispettata sempre, loro sanno scegliere in modo consapevole e responsabile, nel rispetto della legge».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Dicembre 2020, 14:09
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