Regionali, Pierfrancesco Majorino lancia la sfida: «Qui per vincere. La mia Lombardia giusta, innovativa e attraente»

Il candidato del centrosinistra: "Sarà una Regione giusta, innovativa e attraente"

Piefrancesco Majorino lancia la sfida a Fontana e Moratti per le Regionali: «Qui per vincere. La mia Lombardia giusta, innovativa e attraente»

di Simona Romanò

«Non corro per partecipare. Io sono qui per vincere e cambiare la Lombardia. Possiamo farcela». Così Pierfrancesco Majorino, 49 anni, candidato alla presidenza di Regione Lombardia per il centrosinistra infiamma la coalizione. «Dobbiamo svoltare pagina dopo 28 anni consecutivi di centrodestra. Gli ultimi anni di guida Fontana sono stati a dir poco fallimentari». L’ex assessore di Palazzo Marino (prima con Pisapia, poi, con Sala) e ora europarlamentare del Partito Democratico (dove siede anche nel Direttivo Nazionale), nella sua lunga carriera politica, iniziata giovanissimo nel 1998, ha affrontato tante battaglie politiche, molte legate all’inclusione e all’attenzione ai diritti sociali. E ora, il nuovo obiettivo: le Regionali del 12, 13 febbraio 2023.

Pierfrancesco Majorino, da Milano a Bruxelles e ora di nuovo in Lombardia. Quali sono le sfide per cambiare la Regione?

«Pensiamo solo alla gestione dell’emergenza Covid e la riforma sanitaria di Fontana-Moratti, assolutamente insufficiente. E un sistema di trasporto ferroviario e infrastrutturale non all’altezza una Regione come la Lombardia. C’è bisogno di aria fresca, nuova».

Quali sono i temi per convincere i lombardi a cambiare?

«Si deve riscrivere la riforma sanitaria, coinvolgendo medici, infermieri, operatori sanitari; e ripensare anche le Case di Comunità, che ora sono un guscio vuoto. Stupefacente che in una Regione con straordinarie eccellenze pubbliche e private si registrino difficoltà assurde come le liste d’attesa: i cittadini sanno che l’unico modo per risolvere attese snervanti per visite fondamentali è pagare. Vogliamo poi parlare dei pendolari e di quotidiani disagi che devono affrontare, perché Trenord offre un servizio inadeguato?».

Sul fronte Covid ha dichiarato che la Lombardia ha giocato con la vita dei lombardi. Come è stata gestita l’emergenza?

«Chi ha giocato con la vita dei lombardi è Attilio Fontana. È quanto emerge da alcune recenti inchieste giornalistiche. Se ripercorriamo l’emergenza Coronavirus è evidente che la gestione Fontana-Gallera è stata fallimentare, perché non c’è stata la capacità di coordinare come si doveva le prime fasi, più drammatiche, della pandemia».

Tre aggettivi per descrivere la sua Lombardia?

«Giusta, attraente e innovativa».

Sabato, dal teatro Elfo Puccini, ha lanciato ufficialmente la sua campagna elettorale. Sarà breve, ma intensa. È “carico”?

«Certo.

Perché da quando mi è stata avanzata la richiesta di candidatura riscontro una crescita continua della passione e della voglia di impegnarsi per finalmente realizzare quel cambio di pagina che i lombardi meritano. Ho chiarito sin da subito che la mia candidatura doveva essere espressione unitaria e così è stato».

Quali sono le prime sensazioni della campagna elettorale?

«Bellissime. Vedo in tutti i territori lombardi l’entusiasmo e il desiderio di dare il proprio contributo».

Ottimista?

«Sono qui per vincere. È una sfida alla nostra portata e possiamo farcela».

A che punto siamo con il Movimento Cinque Stelle?

«Questa settimana ci sarà un’interlocuzione tra 5 Stelle e le forze della coalizione. Come ho già detto non rincorro e non demonizzo nessuno: quindi, se troveremo dei punti comuni bene, sennò si proseguirà sulla strada che abbiamo già tracciato».

Per vincere bisogna coinvolgere quanti più elettori, con sensibilità differenti. È a caccia del voto dei moderati?

«Sono a caccia dei voti dei lombardi. Io sono una persona molto concreta che in tutti gli anni di amministrazione con Pisapia e Sala ha sempre trovato ottimi punti di collaborazione con persone di ogni sensibilità politica. Ho un approccio pragmatico ai problemi e per nulla ideologico. E in ogni caso sento che molti moderati non sono interessati a votare né Fontana né Moratti».

Come vede l’amministrazione Fontana in questi anni?

«Pasticciona e inconcludente».

L’ha sorpresa la candidatura di Letizia Moratti? Pensa che questa situazione potrebbe avvantaggiare la sua coalizione rispetto a quella di centrodestra?

«Ho molto rispetto per Letizia Moratti e la sua storia. Una storia coerentemente di centrodestra che all’ultimo, con un’operazione alla Zelig, si sta cercando di vendere come civica e per nulla di centrodestra. Peccato che per due anni abbia votato senza fiatare tutti i provvedimenti della giunta di Fontana. Peccato che la riforma della sanità, che dovremo rifare, l’ha portata avanti con Fontana. Ecco perché la sua credibilità come “civica” non esiste».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 5 Dicembre 2022, 08:48
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