Il Piccolo Teatro tra grandi nomi internazionali e un'incursione al Cenacolo

Il Piccolo Teatro tra grandi nomi internazionali e un'incursione al Cenacolo

di Paola Pastorini
Una parata di grandi autori, di grandi interpreti, di grandi registi. Uno sguardo che comprende l’Italia e il mondo intero. Al centro il rispetto della parola, la responsabilità di un teatro per tutti, il racconto di sé e della propria identità.
La stagione del Piccolo Teatro numero 72 è stata presentata ieri a Palazzo Marino, alla presenza del sindaco Giuseppe Sala, dell’assessore della Cultura di Milano Filippo Del Corno e di quello regionale Stefano Bruno Galli.
A spiegare le 17 nuove produzioni, di cui sette nuove e dieci riprese, i 32 spettacoli ospiti, le rassegne, le riprese, il direttore del Piccolo Sergio Escobar. «Il teatro sente la responsabilità di riannodare i fili, di trovare il senso profondo della parola, del racconto condiviso, che sono la nostra vera identità». Una stagione che ha il suo punta di forza nelle lunghe teniture: «Un teatro stabile non è una compagnia di giro».

Sguardo sulle novità: si apre con l’inglese Declan Donnellan, alla sua prima produzione al Piccolo e in Italia (cast italiano under 30) con “La tragedia del vendicatore” di Thomas Middleton (1604). Donnellan tiene anche una piccola lezione sul teatro: «L’artista non deve mai dire la verità perché non sappiamo cosa sia: lasciamola ai politici e ai preti, che la sanno dire bene. Noi attori creiamo un’illusione al meglio delle nostre possibilità». Poi ”Cuore di cane” di Bulgakov diretto da Giorgio Sangati nella versione per la scena firmata da Stefano Massini; Jacopo Gassmann che firma il testo dello spagnolo Juan Mayorga “Il ragazzo dell’ultimo banco”; ‘Nel tempo degli dei”, di Marco Paolini regia di Vacis. A settembre Sonia Bergamasco recita al Cenacolo Vinciano (è la prima volta) “Il miracolo della cena”, omaggio a Fernanda Wittgens, ovvero la donna che salvò il capolavoro di Leonardo. Le ospitalità internazionali, con 7 titoli, di cui 6 prime nazionali, vanno dalle “Stagioni russe in Italia” all’acclamato regista svizzero Milo Rau. Trentadue sono invece gli spettacoli ospiti - metà di compagnie private - con “I giganti della montagna” di Gabriele Lavia al ritorno di Pippo Delbono con “La gioia”, dalla “Scortecata”, il nuovo spettacolo di Emma Dante a quello di Moni Ovadia “Dio ride”.
Il senso della stagione è nel manifesto di Emilio Isgrò “La scoperta delle parole”: dove un veliero viaggia tra le le frasi: «Spero che questa barca navighi non fra le chiacchiere ma trac i fatti.
Siamo come nel dopoguerra, c’è tutto da ricostruire», chiosa lo stesso artista.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 23 Maggio 2018, 06:00
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