Navigli aperti, avanti tutta. Biscardini: "Tuffo nel futuro". Philippe Daverio dice no: "Senza traffico Milano muore"
di Simona Romanò
«Riaprire i Navigli è un segno della modernità». Così Roberto Biscardini, presidente dell’associazione Riaprire i Navigli, caldeggia il progetto - accarezzato dall’amministrazione di Giuseppe Sala e appoggiato dal governatore Attilio Fontana, che si è detto pronto a contribuire al finanziamento - di riportare l’acqua in otto chilometri di canali ora interrati all’interno della città, partendo dai primi due chilometri, frammentati in cinque tratti: da Melchiorre Gioia a Conca dell’Incoronata-piazza San Marco, da Sforza-Policlinico fino a piazza Vetra e, infine, la Conca di Viarenna (nella foto in alto, come sarà). La prima settimana di giugno parte il débat public (il dibattito pubblico alla francese) per coinvolgere i milanesi. Biscardini rilancia l’idea da lui sponsorizzata già nel 2012: «Non vogliamo riaprire i Navigli come erano nell’Ottocento - spiega - perché sarebbe pittoresco e anacronistico, ma pensiamo a una grande svolta ambientale. Immaginiamo Milano con meno macchine e nuove opportunità per le generazioni future, con l’acqua che scorre in via Senato e nel tombone di San Marco che ora è un parcheggio».
Sarebbe una rivoluzione. «Sul lungo periodo - prosegue - ci sarà inevitabilmente una riduzione delle auto perché cambia la mobilità, quindi, possiamo approfittarne da subito rendendo la città più vivibile e riorganizzando la viabilità».