«I nuovi contagio possono derivare proprio dalle piccole follie che ogni tanto le persone fanno – ha ribadito Fontana – e che rischiano di farci tornare». Quindi, l’appello agli esercenti: «Se avete troppo gente che si accalca nel vostro bar non lasciatela entrare, non servitela».
Non ci stanno i ristoratori, che replicano con fermezza. «Siamo consapevoli dei rischi e stiamo seguendo con scrupolo le regole anti-Covid», ha assicurato Fabio Acampora, vicepresidente dell’Associazione dei pubblici esercizi di Milano (Epam), titolare di otto locali, fra ristoranti e lounge bar. «Ogni cliente è seduto con drink e piatto delle pietanze portati dalla cucina - ha spiegato poi – Occupiamo, nel rispetto delle distanze, tutti i posti nei plateatici senza sgarrare». «Però – ha aggiunto – se gli avventori, terminata la consumazione, fanno capannello sul marciapiede la responsabilità non è nostra, perché non abbiamo l’autorità per imporre di allontanarsi dal suolo pubblico.
Intervengano i vigili». Gli fa eco Michele Berteramo, ristoratore dei Navigli: «Su 200 coperti siamo giunti a 80, in questi giorni serviamo un 30 per cento di aperitivi, tutti ai tavoli. In questo momento non si pone il problema della ressa, se ci sarà metteremo anche i separè, ma no a multe ingiustificate». Lo sfogo di Fontana ricorda un po’ la rabbia del sindaco Giuseppe Sala, l’8 maggio, per la confusione alla Darsena. Ieri invece, è stato più conciliante: «Sono stato il primo a riprendere i ragazzi, ma ora dire di richiudere no, perché sono casi ancora limitati».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Maggio 2020, 07:10
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