Milano, addio a Ruben: morto a 14 anni il cane simbolo dei vigili del fuoco

Addio a Ruben: morto a 14 anni il cane simbolo dei vigili del fuoco
Non aveva mai superato la selezione per entrare in servizio, ma era rimasto per tutta la vita insieme ai suoi amici, i vigili del fuoco di Milano, che per 14 anni si sono presi cura di lui. Sono proprio i pompieri del distaccamento di via Sardegna ad annunciare la morte di Ruben, un cane di razza labrador diventato la mascotte della caserma e anche dei residenti della zona.

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L'annuncio è giunto sulla pagina Facebook del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Milano: «Dopo 14 anni di onorato servizio presso il distaccamento di via Sardegna, oggi ci ha lasciato il ns Ruben. Amico fedele di tutti i pompieri e del vicinato. Ciao CAGNONE ❤️». La storia di Ruben è nota non solo ai vigili del fuoco di Milano, ma anche agli abitanti di via Sardegna, che si sono presto affezionati a questo dolcissimo cane.

Accolto nella caserma quando era ancora cucciolo ed aveva iniziato l'addestramento cinofilo, senza tuttavia risultare idoneo al servizio. Questo non ha impedito ai vigili del fuoco di adottarlo in caserma e di prendersi cura di lui, finanziando con una sottoscrizione le spese veterinarie e quelle per il cibo. Molto più di un cane "di servizio": Ruben era l'anima e il simbolo di un'intera caserma.



Emanuele Grandi ha raccontato la storia di Ruben, dal punto di vista del labrador: «Da quando mi hanno accolto, quei pompieri sono diventati la mia famiglia: non capita a molti cani di avere 48 “padroni” e potranno solo parlarvi di quanto io li abbia amati tutti, di quanto tutti loro mi abbiano voluto bene. Avevo imparato a riconoscere il suono della sirena e scattavo come un razzo appena la udivo, accompagnando di corsa i mei amici ai camion che partivano sbuffando dalla caserma pronti a raggiungere chiunque si trovasse in pericolo; mi fermavo sul marciapiede e restavo a guardarli mentre si allontanavano per le vie di Milano e sparivano alla mia vista. Stavo lì finché non riconoscevo il camion rosso che rientrava ed ero contento perché i pompieri, pur stanchi e segnati dal fuoco, mi avrebbero salutato appena scesi dal mezzo per poi raccontarmi con calma quello che era successo e quello che avevano fatto. Io non sono un pompiere, non sono un eroe e non sono uno di quei cani che salvano vite: io ero semplicemente l’amico fedele di uomini che prima di andare in soccorso di qualcuno mi lanciavano un’occhiata o mi sfioravano con una carezza leggera, come se questi gesti fossero di buon auspicio fra amici sinceri».


Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Giugno 2019, 14:16
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