Elusa la sorveglianza della polizia e scavalcando la doppia fila di reti e transenne, l'artista-attivista, ha posato in braccio a Montanelli il fantoccio di una bambina eritrea e affisso un cartello esplicativo. Gli agenti della Polizia di Stato sono intervenuti prontamente, fermando l'artista e interrompendo la performance. Fermata e identificata, l'attivista è stata rilasciata dopo circa un'ora.
«Non era mia intenzione deturpare il monumento, anzi - sottolinea -.
Quella statua ha avuto, dopo oltre un decennio, un ruolo fondamentale per riaccendere una discussione e una riflessione, mai fatta in Italia, su cosa significò l'invasione e colonizzazione italiana in Etiopia, Eritrea, Somalia e Libia. Gas nervino sulle popolazioni civili, bombardamenti, stupri di massa, stragi, schiavizzazione di ragazze e bambine, spose bambine, acquistate dalle famiglie, sottrazione di beni artistici e monumentali, risorse e terre». «Dovremmo essere tutti grati a Montanelli e al suo monumento - conclude - il quale, fungendo in taluni casi da capro espiatorio, ha consentito alle italiane e agli italiani di conoscere e fare i conti con un passato orrendo: quello delle guerre e aggressioni coloniali del fascismo».
Ultimo aggiornamento: Domenica 28 Giugno 2020, 16:56
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