Corrado Tedeschi: «Mia figlia Camilla cresciuta dietro le quinte, adesso recitiamo insieme»

Corrado Tedeschi: «Mia figlia Camilla cresciuta dietro le quinte, adesso recitiamo insieme»

di Ferruccio Gattuso

«Un padre che fa lezioni di guida? Non c’è scampo: è sempre insopportabile». Va dritto al punto Corrado Tedeschi per regalare il primo schizzo di una commedia che, tra uno stop e l’altro causa pandemia, da due diverte il pubblico: “Partenza in salita”, scritta dal romano Gianni Clementi, è una sfida generazionale e affettiva all’interno di un abitacolo di un’auto. Lezioni di guida, sì, ma anche di vita. Corrado Tedeschi e la figlia Camilla ne sono protagonisti al Teatro Martinitt da domani al 7 novembre.

Insieme sul palco: naturale o complicato?

«Naturalissimo. Io e mia figlia siamo una commedia vivente. Da quando è nata siamo i protagonisti di una involontaria sit-com. Perché lei non solo è figlia, è donna. E le donne sono un mistero tutto da decifrare».

Da qui è nata l’idea?

«Sì, la verità è che Gianni Clementi è un vecchio amico e ha visto in me e Camilla, come dire, una sceneggiatura già scritta».

Cosa succede su quell’auto?

«Siamo noi stessi: contrasti, ma anche tanto amore.

Con un finale a sorpresa, commovente. La morale? Che io, come tanti, sarò sempre un padre principiante».

Un papà attore, spesso in tournée.

«Spesso lei era dietro le quinte, ha respirato il teatro. A cinque anni, per un’emergenza, si è ritrovata sul palco del musical My Fair Lady, dove io facevo il professor Higgins. Aveva visto così tante repliche che ha recitato a memoria. Il suo esordio».

La pandemia non ha fatto desistere Camilla dalla carriera teatrale?

«Scherziamo? Non pensa ad altro che a fare l’attrice. Ha già fatto cinema con Vanzina in Miami Beach, ha fatto fiction e adora il teatro».

A proposito di esordi: a maggio al Manzoni lei sarà protagonista con l’esordiente Martina Colombari.

«Nella commedia Montagne russe di Eric Assous. Ma sarò anche al Franco Parenti a dicembre: ritorno con Note in bianco e nero, monologo sul rapporto tra i jazzisti Miles Davis e Bill Evans. Tre palcoscenici milanesi, per me un anno simbolico: questa città mi ha dato tutto».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Ottobre 2021, 09:05
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