Michele Sinisi prova il nuovo spettacolo al Fontana: «Il teatro e la vita ai tempi del Covid? Sono una "grande abbuffata"»

Michele Sinisi prova il nuovo spettacolo al Fontana: «Il teatro e la vita ai tempi del Covid? Sono una grande abbuffata»

di Ferruccio Gattuso

«La vita non ricomincia mai come prima, ogni rivoluzione si porta dietro delle conseguenze». Michele Sinisi, attore e regista teatrale, finalista nel 2014 e nel 2008 per i Premi Ubu da ieri è al Teatro Fontana per ricominciare a “respirare” la polvere del palcoscenico. Sinisi e la sua compagnia fino al 10 febbraio stanno provando La Grande Abbuffata, adattamento teatrale del cult movie del 1973 di Marco Ferreri atteso in prima nazionale al Metastasio di Prato l’11 marzo e a maggio proprio al Fontana. «Siamo grati al teatro che ci ha dato spazio per le prove – spiega Sinisi - Per noi è una iniezione di fiducia». Con Milano il regista pugliese ha un rapporto quasi magico: «Negli ultimi cinque anni qui ho portato dodici titoli, e pensare che tutto iniziò, nel 2015 appunto, con una semplice mail a Rossella Lepore del comitato artistico di Elsinor. Portai Miseria e Nobiltà, che andò molto bene». Conferma Lepore: «Stiamo investendo molto nel nuovo lavoro di Michele, la posta in gioco è alta e la sfida è doppia perché ci confrontiamo con un film che fu molto controverso». Venne infatti fischiato al Festival di Cannes, giudicato quasi “pornografico”.

Ridare vita alla Grande Abbuffata assume un senso particolare ai tempi del virus. La storia è quella di quattro amici che si rinchiudono in una villa per bere, mangiare e fare sesso fino al suicidio: se ieri era una condanna del consumismo, oggi – nella realtà della prigionia casalinga da Covid condizionata dagli acquisti «su Amazon e dalla bulimia da piattaforme streaming» – l’ammonimento è ancora più evidente. «Pensiamo ai reportage su catastrofi naturali e fatti di cronaca crudi intervallati da pubblicità in tv - sottolinea il regista -, o alla celebrazione dell’attimo, forse anche complice il fatto che è difficile programmare un futuro prossimo». Sul futuro teatrale, Sinisi è realista: «I teatri riprenderanno lentamente, a pieno ritmo non prima della prossima stagione. Il 2020 ci ha cambiato per sempre, e il teatro farà lo stesso. Così come fu una rivoluzione la discesa per la prima volta degli attori in platea, così dovremo immaginarci qualcosa di diverso. Le crisi portano stimoli».


Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Gennaio 2021, 08:54
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