Milano, alleanza fra bande per controllare lo spaccio di droga nei parchi e nei boschi: 17 arresti

Milano, alleanze fra bande per controllare lo spaccio di droga nei parchi e nei boschi: 17 arresti

di Simona Romanò

Avevano siglato un patto criminale per riempire di eroina, cocaina e hashish i boschetti della droga della Città Metropolitana di Milano, compreso quello tristemente noto di Rogoredo. Quindici arresti e due obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria sono le misure emesse a seguito di un’indagine della polizia: tutti sono accusati di far parte di un’associazione a delinquere specializzata nello spaccio. Così due gruppi di pusher stranieri, uno formato da albanesi, l’altro da marocchini, si erano accordati per fare affari, smerciando fiumi di sostanze in tutte le aree boschive, dove fra la fitta vegetazione è più facile che si radichino fenomeni di violenza e degrado. Da Rogoredo, recentemente bonificato, periodicamente controllato dalle forze dell’ordine, al Parco delle Groane. Andando poi fuori Milano, come nel boschetto di Limbiate, a Monza. O nelle zone verdi del varesotto.

INDAGINE

L’indagine della squadra mobile, guidata da Marco Calì, è iniziata a febbraio 2021 ed è riuscita a svelare «l’unione tra le due bande con una struttura verticistica». Le ordinanze sono state emesse dalla Procura di Milano la scorsa settimana. I presunti capi della banda albanese, nel frattempo, si sarebbero spostati tutti in patria, dove sono stati estesi i mandati di arresto.

Nel corso dell’indagine, effettuata dalla Squadra Mobile, sono stati sequestrati 25 chili di eroina, 33 di hashish, 134 grammi di cocaina e quasi 200mila euro in contanti.

ACCUSE

Gli agenti hanno accertato che nel clan degli albanesi c’era chi si occupava di intrattenere i contatti con fornitori e clienti - trovando in Turchia e Albania i ganci per mettere le mani sull’eroina - chi teneva la cassa pagando mensilmente i membri del gruppo e chi curava la logistica, trovando i veicoli necessari per “muovere” la droga, controllando periodicamente che quegli stessi veicoli fossero puliti e non finiti nel mirino delle forze dell’ordine. Inoltre, la banda poteva contare anche sugli addetti al taglio, che cucinavano l’eroina in un laboratorio abusivo di viale Umbria, e sui corrieri. La parte finale spettava invece ai marocchini, che acquistavano per poi spacciare materialmente.

NON SOLO DROGA

Due albanesi sono anche accusati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione: erano “proprietari” di numerose “postazioni” a Lambrate e Carpiano affittate a donne che pagavano un canone mensile tra 500 e i mille euro.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Novembre 2022, 08:23
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