Letizia Moratti: «Destra o sinistra sono parole. Sono abile a risolvere problemi»

Parla la candidata alla presidenza della Regione Lombardia con la lista "Letizia Moratti presdente" con l'appoggio del Terzo Polo e di altre liste civiche

Letizia Moratti: «Destra o sinistra sono parole. Sono abile a risolvere problemi»

di Simona Romanò

«La “mia” Lombardia sarà laboriosa, trainante, concreta. La Regione non può “accontentarsi” di essere la locomotiva d’Italia, ma deve essere tra le locomotive d’Europa». Così Letizia Moratti, candidata alla presidenza della Regione Lombardia con la lista “Letizia Moratti presidente”, l’appoggio del Terzo Polo e di altre liste civiche, scalda i motori della campagna elettorale. «Andrò avanti fino in fondo e vincerò». Per 10 anni aveva deciso di rimanere fuori dalla politica, dopo una vita da indipendente nel centrodestra, come presidente della Rai, poi, ministro dell’Istruzione e prima donna sindaco di Milano. Ora, dopo ventidue mesi da vicepresidente e assessore al Welfare del Pirellone, è pronta alla nuova sfida: le Regionali del 12 febbraio.

Perché ha scelto di candidarsi?

«Perché ho in mente una Regione attenta e sensibile, che dia risposte rapide e concrete; e sappia essere disponibile all’ascolto».

Di cosa ha bisogno la Lombardia?

«Penso a una Regione che si appoggia su tre “S”: salute, servizi e sicurezza. Sarà fondamentale lavorare sull’aggregazione  sociale e sulle opportunità per i nostri giovani. Abbiamo 114mila ragazzi che non studiano e non lavorano. E poi bisogna ragionare su lavoro, occupazione e politiche abitative. Troppi laureati, per esempio, vanno altrove una volta concluso il percorso universitario. Senza contare le giovani coppie e la natalità: le proiezioni verso il 2070 ci parlano di una società di sempre più single e anziana».

Quali sono le sfide per il rilancio della Lombardia?

«La Lombardia deve accelerare il passo nel campo dello sviluppo economico e del trasporto pubblico, che deve essere efficiente  e moderno. Non come ora, fra treni cancellati e passeggeri stipati come sardine. Per non parlare della cultura, dove siamo l’ultima Regione per investimenti. E poi stanziamenti per la sicurezza. Pensi all’apertura di un teatro in periferia: significa accendere la luce in zone non presidiate. Naturalmente c’è da proseguire il potenziamento della sanità vicino alle persone e completare il lavoro avviato con le liste d’attesa, dove abbiamo già i primi risultati».

Ha dichiarato che vuole unire più forze.

«La mia è una candidatura civica con la mia lista, sostenuta da altre liste civiche e dal Terzo Polo. È una coalizione che ascolta i territori ed è aperta a chi condivide questo progetto».

Perché sfidare il centrodestra che l’ha sempre sostenuta?

«Perché ho progetti e idee per la Regione.

Per la sanità, per esempio, ho fatto realizzare una mappatura georeferenziata, Comune per Comune, dei bisogni di domani. Dati alla mano, siamo ora in grado di anticipare le necessità e provvedere. Voglio usare lo stesso metodo in tutti gli altri settori, dai trasporti alla sicurezza».

È possibile un avvicinamento con il Pd?

«Sono disponibile al dialogo con tutti. Numerosi esponenti ed elettori del Pd mi hanno manifestato apprezzamento e sostegno. Forse perché con la mia candidatura ho lanciato un messaggio differente dalle attuali logiche. La sicurezza è un problema di destra o di sinistra? E le politiche sociali? Occuparsi di un anziano isolato?».

È sostenuta da Azione e Italia Viva, ma rivendica la sua autonomia. Cosa rappresenta la sua lista?

«I miei valori di indipendenza: riformista, liberale e popolare».

Elenchi tre aggettivi per descrivere Letizia Moratti governatrice.

«Pragmatica, attenta al territorio, pronta a proporre soluzioni ai problemi».

Come donna crede di avere una marcia in più?

«In effetti, le donne hanno spesso una marcia in più. Inoltre, la mia esperienza imprenditoriale è basata sul pragmatismo, infatti, sono stata spesso chiamata a risolvere criticità. E così è accaduto per risollevare la sanità regionale e la campagna vaccinale dove eravamo ultimi in Italia e ora siamo ai primi posti al mondo. Ecco, mi piacerebbe declinare su tutti i settori quanto è stato fatto nel Welfare. Qualcuno lo definisce il “metodo Moratti”».

Qual è, secondo lei, la sua forza?

«Lavoro da quando ho 20 anni e sono abituata, di fronte a difficoltà o delusioni, a guardare sempre avanti. E sono molto rispettosa delle istituzioni: ciò mi ha permesso di instaurare sempre rapporti di stima e rispetto con tutti i miei interlocutori».

Passiamo alla lotta al Covid. Lei è in contrasto con il “liberi tutti” del governo, appoggiato anche dal presidente Fontana. Perché?

«Mi dispiace molto. È vero, ci siamo riappropriati della nostra quotidianità. Però il virus circola ancora e abbassare completamente la guardia sarebbe uno schiaffo morale a chi si è tanto adoperato nella campagna vaccinale, a chi ha creduto nella scienza e ha risposto con grande senso civico e sacrificio».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 15 Dicembre 2022, 16:47
© RIPRODUZIONE RISERVATA