Milano, punito dai vigili per il casco senza etichetta. Poi fa ricorso e il giudice gli dà ragione

Milano, punito dai vigili per il casco senza etichetta. Poi fa ricorso e il giudice gli dà ragione

di Enrico Chillè

Lo avevano fermato il 9 agosto alle 23.30, ma non andava a spasso bensì a lavorare. Era a bordo del suo scooter: turno al bar fino alle tre del mattino. Ma quella era una serata no per un lettore di Leggo, Paolo Ottaviani.

In via Solferino si alza la paletta rossa. Una pattuglia dei vigili urbani gli chiede di togliere il casco. Tutto ok, pensa, ho libretto e patente. Ma non aveva fatto i conti con l’etichetta dell’omologazione secondo le norme europee del suo casco, che l’usura aveva staccato. Il barista aveva spiegato di aver acquistato il casco, regolamentare e omologato, da un noto negozio di Milano.

Per gli agenti la mancanza dell’etichetta equivaleva alla certezza di contraffazione. Risultato: multa di 50 euro, 5 punti della patente tolti e fermo del motorino per due mesi. Ma il barista non si è rassegnato. Ha fatto ricorso contro il Comune, presentato una dichiarazione di regolarità firmata dal negoziante che gli aveva venduto il casco. E il giudice di pace gli ha dato ragione. Multa annullata. Un’etichetta caduta per l’uso da un casco vetusto non significa che il casco sia taroccato.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 12 Maggio 2021, 09:54
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