Milano, la protesta dei ristoratori. Cibo scaduto e bare, una sola richiesta: «Fateci lavorare»

Video

di Simona Romanò

Dal corteo di macchine partito dalla Brianza verso il palazzo della Regione al presidio davanti la Prefettura. I ristoratori non ci stanno più alle chiusure imposte dal governo e ieri hanno sfogato la propria rabbia, al grido di «fateci lavorare, questo è il funerale della ristorazione».


Dalla Brianza sono partiti di buon mattino, a 40 chilometri all'ora, per intasare la Milano-Lecco: circa 150 auto, con a bordo ristoratori, baristi, titolati di discoteche, hanno dato vita al corteo lumaca diretto verso il Pirellone per dire «basta zona rossa» in Lombardia che gli impedisce di lavorare, se non per la consegna a domicilio. I veicoli, sventolando striscioni e tovaglie a quadretti, hanno paralizzato il traffico a nord della città fino al pomeriggio. E giunti in viale Fulvio Testi, suonando ininterrottamente il clacson, sono stati invitati dalla polizia a parcheggiare per recarsi al presidio - alle 16 davanti la Regione - a piedi.


Nessuno scontro, nonostante l'evidente rabbia sui volti dei manifestanti con i cappelli da chef, i grembiuli da camerieri e una bara portata a spalla, a rappresentare la loro morte: secondo Epam, l'associazione dei pubblici esercizi milanesi, 8 locali su 10 rischiano infatti di fallire. «Qualcuno sarà arrivato al lavoro in ritardo, così capirà come ci sentiamo noi che non possiamo andare a lavorare - ha spiegato Mauro Meda, imprenditore di Seregno - siamo qua non per un capriccio, ma perché non ce la facciamo più».

Meda è stato ricevuto dal neo assessore allo Sviluppo economico, il leghista Guido Guidesi, che si è detto «solidale»: «La Regione è un'alleata e si sta battendo con Roma».


Altra protesta è andata in scena davanti alla Prefettura: i rappresentanti dei ristoratori milanesi hanno portato i cesti di cibo scaduto. «Abbiamo finito le forze», ha confessato il portavoce Alfredo Zini. «Con la nuova zona rossa abbiamo buttato oltre seimila euro di alimenti», si è lamentato il proprietario di un ristorante. Un altro ha detto «di aver pagato ottomila euro di tassa rifiuti, senza aver aperto per mesi». Tutti hanno denunciato: «I ristori non bastano». E hanno chiesto «di aprire con le regole anti-Covid, come gli autogrill».


riproduzione riservata ®


Ultimo aggiornamento: Venerdì 22 Gennaio 2021, 09:19
© RIPRODUZIONE RISERVATA