Milano, omicidio in lockdown: prostituta strangolata in casa ad aprile, arrestato l'ultimo cliente

Omicidio in lockdown: prostituta strangolata in casa ad aprile, arrestato l'ultimo cliente

di Salvatore Garzillo

Nessun segno visibile sul cadavere, nessuna traccia di sangue, solo una posizione innaturale e una porta socchiusa. Era iniziato come un giallo il caso di Stefania Dusi, la 45enne trovata senza vita nel suo appartamento al secondo piano in via Lorenteggio 38 la mattina del 28 aprile scorso.
Nessuno riusciva a spiegare quella morte, inizialmente imputata a un mix di farmaci o droghe assunte durante una delle frequenti crisi depressive della donna. È stato solo grazie all'autopsia - ritardata dal lockdown totale della scorsa primavera - che si è scoperto il motivo del decesso: «L'anomala rottura bilaterale dei cornetti tiroidei dovuta ad asfissia meccanica da compressione». Un delitto, dunque. A distanza di mesi gli agenti della squadra mobile hanno scoperto che a strangolarla è stato un egiziano di 25 anni irregolare, che quel giorno aveva contattato la donna per avere un rapporto sessuale. In quell'abitazione, infatti, Stefania accoglieva i clienti. E proprio dal circuito delle conoscenze e dalle tracce lasciate sul cellulare è iniziata l'indagine, complicata non poco dai mesi di lockdown.
I primi sospetti erano ricaduti sull'amico che aveva trovato il cadavere. Il giorno dopo la morte della donna, non avendo ricevuto risposta alle chiamate, si era presentato in via Lorenteggio. La porta era socchiusa, l'amica in cucina, in una strana posizione: a terra, pancia in giù, quasi sotto al lavello.
In molti sapevano che aveva sofferto di depressione e avevano temuto che avesse deciso di farla finita. L'autopsia ha dato una prospettiva completamente diversa e le indagini successive hanno permesso di individuare l'egiziano e un possibile movente. L'idea degli uomini della Mobile, diretti da Marco Calì, è che i due abbiano avuto una discussione sul pagamento della prestazione. A quel punto, come è riportato nell'ordinanza emessa su richiesta del procuratore aggiunto Laura Pedio e dal sostituto procuratore Cristiana Roveda, «dopo una possibile discussione con la vittima, l'ha soffocata con una stretta al collo che non ha lasciato alcun segno visibile sulla pelle e si è allontanato subito dopo».
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 19 Novembre 2020, 10:00
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