L'affittacamere filmava le inquiline con microcamere nascoste: a giudizio

L'affittacamere filmava le inquiline con microcamere nascoste: a giudizio

di Salvatore Garzillo

Aveva nascosto telecamere in tutta la casa per filmare le sue inquiline in momenti intimi, a volte intimismi, come quelli in bagno. Un 64nne è stato denunciato per “interferenze illecite nella vita privata”, un reato che prevede la detenzione da 6 mesi a 4 anni. Significa che, nei fatti, “l’uomo che spiava le donne” non andrà mai in carcere.

Eppure la storia fa impressione perché denota una personalità bordeline che aveva studiato e premeditato un piano per entrare nell’intimità delle ragazze che, per di più, gli pagavano l’affitto di un appartamento in viale Fulvio Testi. Oggi il 64enne andrà a processo e dovrà spiegare i motivi di quelle telecamere occultate nelle stanze in modo anche ingegnoso, come quella installata dietro una pianta finta posizionata sul mobile vicino allo specchio del bagno. È stata la prima a essere scoperta da una delle vittime nel marzo scorso. «Ero in bagno quando ho iniziato a guardarmi intorno e l’occhio mi è finito su uno strano riflesso, mi sono avvicinata e ho trovato la microcamera.

Ero sconvolta», ha raccontato nella denuncia. Dopo aver avvertito la coinquilina è iniziata una caccia al tesoro in casa: in camera da letto ha scoperto «anche lì una micro camera nascosta sopra l’armadio, tra due scatoloni, che inquadrava il letto». Infine, nella stanza della coinquilina hanno trovato la terza telecamera, hanno spiegato agli investigatori, che da sono riusciti a rintracciare un’altra ragazza passata per quell’abitazione. Agli agenti ha detto di aver vissuto lì tra ottobre e dicembre 2018 e di non essersi accorta di nulla. Quando le hanno mostrato i suoi video registrati ha ammesso di sentirsi “turbata” perché «l’idea che qualcuno possa aver visionato questo video mi fa inorridire».

Il 64enne metteva casa in affitto usando i suoi dati personali ma con una foto profilo diversa. E così ha agganciato diverse vittime, tutte immortalate e violate nella loro privacy. Il reato di cui risponde ha come aggravante “di aver commesso il fatto con abuso di coabitazione”.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Dicembre 2020, 09:29
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