Cristiano Godano domani al Tittoni: «Sul palco solo due chitarre, l’atmosfera è alternative folk»

Cristiano Godano domani al Tittoni: «Sul palco solo due chitarre, l’atmosfera è alternative folk»

di Francesca Binfarè

Dopo 30 anni nei Marlene Kuntz Cristiano Godano, che è la voce e l’autore principale della rock band, nel 2020 ha pubblicato l’album solista Mi ero perso il cuore. Il tour che porta lo stesso nome, dall’atmosfera intima, farà tappa domani al Parco Tittoni di Desio (MB, ore 21,15; biglietti a 15 euro).

Il suo disco non ha niente a che vedere con le sonorità dei Marlene Kuntz: il tour, che regala atmosfere confidenziali, è così perché legato all’album o a causa delle scelte imposte dalla pandemia?

«Il tour è così perché così è il disco: suoniamo tutte le canzoni che contiene, tre cover e alcune cose dei Marlene. Il fatto che siamo in due sul palco ha che fare con questioni di economie legate al covid. Alcuni gruppi stanno facendo tour, ma sono band storiche, anche i Marlene suoneranno in formazione completa, però per il mio progetto solista era un po’ meno facile mettere su una band».

L’accompagna la chitarrista e cantautrice Roberta Finocchiaro. Come vi trovate sul palco?

«Magnificamente, c’è sintonia artistica notevole e in due creiamo un’atmosfera preziosa, credo deliziosa e accogliente.

Roberta l’ho conosciuta grazie ai miei collaboratori dell’agenzia stampa; incuriosito ho ascoltato quello che fa, abbiamo fatto qualche prova prima del debutto ed è stato chiaro che fosse la scelta giusta. Sul palco ci sono due chitarre acustiche che interagiscono in un modo che è molto alternative folk. Il curioso si lasci tentare e venga al concerto».

Com’è suonare davanti a una platea seduta?

«Non è un problema, ho fatto anche dei concerti in teatro. Sto lottando da tempo perché il pubblico dei Marlene capisca che esistono entrambe le possibilità, scatenarsi e stare seduti: non mi piace molto l’idea che la gente si fossilizzi sul fatto che noi si debba a tutti i costi far esplodere la platea. Invece, per me è anomalo il clima di oggi: molta gente secondo me dice di non vedere l’ora di far cose ma poi forse non vede l’ora di uscire a far l’aperitivo. Per la normalità di attività culturali in cui ci si mescola con altri c’è ancora un po’ di circospezione. Il percorso verso il recupero delle consuetudini è ancora molto lungo, purtroppo».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 26 Luglio 2021, 06:00
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