Milano, Paolo Ruffini al Manzoni: «La gente ha la ghigliottina in mano: fare il comico è sempre più difficile »

Milano, Paolo Ruffini al Manzoni: «La gente ha la ghigliottina in mano: oggi fare il comico è sempre più difficile»

di Ferruccio Gattuso

 «Viviamo in un mondo di offesi perenni, dove fare comicità libera è sempre più difficile. Le categorie si mobilitano, i singoli individui ti distruggono via social, dietro i nickname. Un giorno decidono che la parola “termosifone” non la puoi usare perché è offensiva e niente, guai se la dici». Paolo Ruffini è un fiume in piena, e non si pensi che queste parole non abbiano a che fare con Up & Down, lo spettacolo che il comico livornese porta in scena in data unica oggi al Teatro Manzoni. «Fare satira contro il potente di turno era più facile, c’era un nome come bersaglio. Ora il Potente è la gente comune, arrabbiata nera, con sé stessa e con gli altri. E i media, la tv, si adeguano per non perdere pubblico. Volando più alto di noi comici, aggiungo: se Bertolucci, Pasolini o Fellini avessero avuto i social tra le palle, non esisterebbero Ultimo tango a Parigi o 8 e mezzo. Non c’è più il filtro dato dalla cultura e dalla critica, la gente ha la ghigliottina in mano».

La formula dello show è semplice ed efficace: Ruffini cerca di fare un one man show ma un gruppo di “guastatori” disabili con la sindrome di Down – gli attori della livornese Compagnia Mayor Von Frinzius – lo boicottano.

Tra copione, improvvisazioni e interazioni col pubblico, l’attore celebre per le sue commedie comiche al cinema e per la conduzione di Colorado in tv, mette in scena un mondo molto migliore di quello che lo fa così arrabbiare: «In questo show c’è una benefica umoralità. Il regista Lamberto Giannini è un amico e pedagogista, attivo nel sociale. Otto anni fa la sua impresa folle e bellissima è stata di mettere su una compagnia di attori come questa. È nato un modo per raccontare la disabilità con leggerezza. Io ne sono stato travolto: ho capito che sto meglio con questi colleghi con un cromosomo in più che con tanti che ce l’hanno in meno». Orgoglioso conclude: «Queste persone hanno una capacità di identificare cosa sia realmente la felicità, sono immuni dalla malafede. Lo faccio prima di tutto per me: perché mi annoio di ciò che vedo intorno, c’è poco che mi emoziona, troppi paletti per lavorare liberamente».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Aprile 2022, 13:17
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