«Così nella mia oasi salvo le razze di polli a rischio di estinzione»

Emanuele Oggioni: «Così nella mia oasi salvo le razze di polli a rischio di estinzione»

di Fabrizio Ponciroli

Emanuele Oggioni, 51 anni, è un consulente finanziario. Abita a Castellazzo de’ Barzi, minuscolo paese in provincia di Milano. Nel suo tempo libero si dedica ad una missione: salvare le razze di galline in via d’estinzione. Il suo capolavoro? La gallina della Ritirata, razza arrivata sul territorio lombardo al seguito dell’esercito francese che combattè la Battaglia di Magenta.

Ci racconti una sua giornata tipo.

«Quando torno dal lavoro mi dedico alla natura. In 30 anni ho creato una sorta di oasi proprio davanti a casa mia dove vivono, in libertà, tanti animali, in particolare galline».

Perché proprio le galline?

«Si tratta di un animale spesso dato per scontato. Si pensa che siano tutte uguali. In realtà non è affatto così. Ci sono ben 203 specie di galline certificate e altrettante che stanno per essere certificate. Alcuni, purtroppo, sono in via d’estinzione».

Ci spieghi meglio.

«Nel corso dei vari decenni, le galline locali si sono mischiate con altre specie e questo ha portato alla sparizione di diverse tipologie di galline. La mia missione è quella di preservare queste specie in via d’estinzione e garantirgli un futuro. In particolare, la mia attenzione negli ultimi anni è stata rivolta sulla gallina della Ritirata».

Una specie particolare?

«Ha una storia secolare, con implicazioni socioculturali. C’è traccia della gallina della Ritirata già in documenti che riguardano la Battaglia di Magenta del 1859. È nata dall’incrocio tra i polli piemontesi dell’epoca e quelli francesi, portati dalle truppe per sfamare i soldati durante la guerra.

Terminate le ostilità, è rimasta in Italia, nel Magentino e in altre zone limitrofe. Poi, però, la sua presenza è andata sempre più scemando. All’inizio degli anni 2000, erano rimasti pochi esemplari puri».

E qui è intervenuto lei?

«Esattamente, ho iniziato ad interessarmi a questa specie e ad aiutarla a non scomparire. Ora ci sono circa 200 esemplari. Io ne ho alcuni nel pollaio. Vivono libere, senza stress. Una condizione importante per la loro sopravvivenza».

Quindi le galline non sono tutte uguali.

«Assolutamente no. È un animale spesso sottovalutato. Invece, posso garantirvi che ha una sua dignità. Le racconto un aneddoto: un giorno stavo parlando con un signore all’entrata del pollaio. Una gallina continuava a darmi fastidio, quasi volesse la mia attenzione. Pensavo che le mancasse il cibo e quindi mi sono diretto verso la ciotola del mangime. In realtà, un ramo si era abbattuto sulle sue uova e lei non poteva covarle. Appena ho tolto il ramo, si è rimessa a covare. Credo che mi volesse avvisare. Lo ribadisco: hanno una loro dignità. E, più vivono rilassate, meglio stanno. Infatti, le mie galline producono circa 230/240 uova all’anno, quelli da allevamento intensivo 130 in media. Ci sarà un motivo, no?».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 29 Luglio 2021, 06:00
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