«Tiziano percepiva l’aura di queste donne, la loro grandezza, dopodiché le idealizzava. In tutto questo c’è una celebrazione della donna, di personaggi che oggi le giovani donne dovrebbero studiare. Erano donne belle, forti, importanti». Come Isabella d’Este, marchesa di Mantova, protagonista di uno dei dipinti più intensi all’interno della mostra Tiziano e l’immagine della donna nel Cinquecento veneziano, promossa dal Comune con Skira editore e Fondazione Bracco main partner, a Palazzo Reale da oggi al 5 giugno.
Sylvia Ferino, già direttrice della Pinacoteca del Kunsthistorisches Museum di Vienna, parla con lo scrupolo della curatrice ma anche con malcelato orgoglio femminile: «Tiziano ha ricreato la donna. Che si trattasse di dipinti religiosi, di ritratti, di belle donne o personaggi femminili della mitologia, l’artista seppe coglierne l’aspetto vitale e, uno spessore e un erotismo tali da dare a loro e a sé stesso una fama eterna». La mostra è una traversata di colori, tratti, storia in un secolo in cui la donna, a Venezia, seppe ritagliarsi spazi importanti, non solo simbolici e letterari. Sono oltre un centinaio le opere esposte, di cui quarantasette dipinti (molti dei quali provenienti proprio da Vienna), sedici di Tiziano e gli altri di straordinari artisti come Giorgione, Lorenzo Lotto, Tintoretto, Palma il Vecchio, Palma il Giovane, Paris Bordon, Veronese.
Il ruolo dominante della donna nella pittura veneziana del Cinquecento (specchio dello status goduto dalla stessa nella società veneziana) trionfa nelle raffigurazioni sacre e profane, legate alla realtà storica, al mondo dell’allegoria e della letteratura pagana e biblica, attraverso undici sezioni, dai Ritratti, alla Belle Veneziane, dalle Coppie alle Eroine e Sante, alle Donne Erudite.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 23 Febbraio 2022, 06:00
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