La multa è irrisoria: 66.667 euro. Ma il segnale no: una società sportiva di serie A riceve una sanzione amministrativa dalla questura «per aver corrisposto in forma diretta o indiretta biglietti a prezzo agevolato a cittadini sottoposti al divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive - il cosiddetto Daspo - o ad altre misure di prevenzione». Il dispositivo è firmato dal questore Giuseppe Petronzi, al termine di un’indagine della Digos partita lo scorso settembre su un presunto traffico di biglietti a prezzi scontati e il secondary ticketing: tagliandi per partite casalinghe del Milan che finivano anche nelle mani di “daspati”, ultrà per cui è stato disposto il divieto di accesso allo stadio.
Secondo le indagini, i biglietti sarebbero stati ceduti dal Milan a prezzi calmierati, attraverso l’Associazione italiana Milan club, a un club - si chiama 2° Blu - che si è affiliato all’Aimc lo scorso primo luglio. È costituito da circa duemila tifosi, in gran parte appartenenti alle frange ultrà della Curva sud, molti dei quali soggetti a Daspo. E un Daspo lo ha anche il presidente del 2° Blu, 35 anni, uno dei leader della Curva Sud: secondo la Digos, è lui il collettore dei biglietti.
Una gestione dei biglietti che, oltre ad agevolare il fenomeno del secondary ticketing, è in contrasto con la normativa del decreto Pisanu. Da qui la decisione della questura di multare il club rossonero per una sanzione (in misura già ridotta) di 66.667 euro. Ora la società potrà pagare o fare ricorso amministrativo.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 23 Febbraio 2022, 06:00
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