Lara Comi e gli altri, a processo i 63 della "mensa dei poveri"

Lara Comi e gli altri, a processo i 63 della "mensa dei poveri"

di Giammarco Oberto

Gli imputati che hanno scelto il rito ordinario sono 63, un centinaio quelli finiti nei quattro filoni dell’inchiesta “mensa dei poveri” che nel maggio del 2019 ha travolto il sistema di potere di Forza Italia e Lega in Lombardia. Il processo si aprirà il 18 novembre. Ci sono politici, professionisti, funzionari, imprenditori. Nomi pesanti: l’ex erurodeputata di Forza Italia Laura Comi, l’ex vicecoordinatore lombardo azzurro ed ex consigliere comunale milanese Pietro Tatarella, il consigliere regionale di Fi Fabio Altitonante, il patron della catena dei supermercati Tigros Paolo Orrigoni, l’imprenditore Daniele D’Alfonso, l’ex dg di Afol metropolitana Giuseppe Zingale, il sindaco leghista di Gallarate Andrea Cassani. Tutti coinvolti secondo la procura in un sistema di mazzette, appalti, nomine pilotate e finanziamenti illeciti in Lombardia.

Un sistema il cui grande burattinaio era l’ex coordinatore di Forza Italia a Varese Nino Caianiello: ha collaborato a lungo nell’indagine e dovrebbe chiudere i conti con la giustizia patteggiando 4 anni e 10 mesi.

Lara Comi era finita nella bufera qualche mese dopo il blitz della guardia di finanza. L’eurodeputata azzurra era finita ai domiciliari per corruzione, false fatture e truffa ai danni dell’Unione Europea per circa 500mila euro, soldi incassati da lei o dal padre a fronte di contratti per prestazioni mai effettuate. La difesa è pronta a dare battaglia in aula: «Sono accuse insussistenti, dimostreremo l’innocenza della Comi durante il dibattimento», ha assicurato l’avvocato Gian Piero Biancolella.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 16 Luglio 2021, 09:13
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