Milano, l'imprenditore Mauro Capezzi morì dopo aver chiesto di essere ucciso: la moglie e il suo amante a processo per omicidio

Imprenditore morì dopo aver chiesto di essere ucciso: la moglie e il suo amante a processo per omicidio
Maurizio Capizzi, imprenditore, venne trovato cadavere più di tre anni fa davanti al cimitero di Nerviano (Milano) e subito si pensò ad un suicidio. Con l'autopsia alcuni giorni dopo si scoprì, però, che a causare la morte del 48enne era stato un colpo di pistola, perché aveva l'ogiva di un proiettile nel polmone sinistro. Ora le indagini dei carabinieri di Legnano e della Procura di Milano hanno stabilito che ad ucciderlo furono la compagna dell'uomo e l'amante di lei e, soprattutto, che lo stesso Capizzi chiese, dopo aver tentato il suicidio, di essere ucciso.

Per questo il pm Bianca Maria Baj Macario, dopo la chiusura dell'inchiesta anche del pm Antonio Cristillo, ha chiesto il processo per Elena Re e per Flavio Sermasi, che nel gennaio 2017 era stati indagati per omicidio volontario, con la nuova accusa di «omicidio del consenziente» per quella morte del 31 dicembre 2016. È emerso che la vittima, imprenditore edile di origine siciliana e provato da una lunga malattia, aveva lasciato un biglietto dove spiegava la sua volontà di essere ucciso. 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Gennaio 2020, 10:29
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