«Vado in scena con una pièce esplicita che è una sberla al perbenismo»

«Vado in scena con una pièce esplicita che è una sberla al perbenismo»

di Ferruccio Gattuso

L’abito un po’ le pesa, ma il mestiere d’attrice l’ha scelto a nove anni d’età: non sia mai che Marisa Laurito faccia un passo indietro su quel palcoscenico che, da sempre, è la stanza in più della sua casa. Protagonista di una piéce tragicomica scritta nel 1973 da Giuseppe Patroni Griffi - “Persone naturali e strafottenti” - presto divenuta un caso “scandaloso” (al Teatro Martinitt dall’1 al 6 marzo è vietata ai minori di 14 anni) l’attrice napoletana lo dice chiaro: «Ogni sera, a fine spettacolo, mi sento stremata e un po’ sporca, perché il ruolo di Donna Violante è lontano dalla solarità per cui il grande pubblico mi conosce».

Ma recitare è una missione, giusto?

«Sicuro. E non va dimenticato il testo di Patroni Griffi: perfetto, urticante, modernissimo e, anzi, profetico. È un privilegio recitarvi».

Il suo ruolo fu portato in scena per la prima volta da Pupella Maggio, grande napoletana.

«Cosa darei per andare indietro nel tempo e vederla nel ruolo. Ironia del destino, in quegli anni non ero a Napoli ma a Roma, al seguito della compagnia di Peppino De Filippo, un tour lungo sei mesi».

Un ruolo popolare, ambientato a Napoli, dove tutto è popolo.

«L’amico Luciano De Crescenzo diceva che Napoli era un baluardo di umanità perché le classi contavano meno che altrove: il nobile parla col plebeo, si è prima di tutto napoletani».

Perché la piéce fu considerata scandalosa?

«Nella notte di Capodanno, nell’appartamento di Violante si ritrovano un trans, Mariacallàs, e due uomini, Fred e Byron, che intendono avere un rapporto.

Il primo è un giovane studente, il secondo uno scrittore nero. I dialoghi espliciti, il cinismo, gli atti compiuti furono una sberla negli anni Settanta».

Qual è la sua forza oggi?

«Sta tutta nella profezia: da questo incrocio tra outsider di classi differenti spuntano riflessioni su razzismo, potere e genere. Ancora oggi può risultare dura. Qualche spettatore se n’è andato dicendo: è troppo. Ma io rispondo: è troppo starsene inerti davanti al Festival di Sanremo».

Il suo personaggio contiene dramma e comicità.

«Violante è una donna che a sedici anni era già prostituta, ha maturato disgusto per gli uomini. Voleva una notte tranquilla, sognando un futuro diverso, si ritroverà in una situazione che le ricorda il passato. La mia parte comica nasce dall’ingenuità e dalla goffaggine».

Ritorna a Milano e a pandemia in declino: sensazioni?

«Tanta felicità di ritrovare il pubblico in sala, ovunque andiamo. E Milano, bella sempre: una città attraente. E poi diciamolo: oggi c’è più nebbia in certe mattine a Roma che qui».

Teatro Martinitt, via Pitteri 58, ven-sab, dom ore 18, biglietto 26 euro, info@teatromartinitt.it


Ultimo aggiornamento: Venerdì 25 Febbraio 2022, 08:34
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