Lombardia, durante il lockdown le violenze in famiglia aumentate del 25%: le donne nel mirino

Lombardia, durante il lockdown le violenze in famiglia aumentate del 25%: le donne nel mirino

di Simona Romanò

Picchiate, maltrattate, vessate psciologicamente, ossessivamente controllate. Uomini che odiano le donne anche e soprattutto al tempo del Covid.

ALLARME Il fenomeno è peggiorato durante il lockdown: rispetto al 2019, dal 1° marzo al 16 aprile 2020, le vittime che si sono rivolte al numero antiviolenza 1522 sono aumentate, in Lombardia, del 25%. L’allarme è lanciato dall’Osservatorio della Regione, che ha registrato il maggior numero di casi - circa il 44% - a Milano e provincia. La pandemia ha esasperato situazioni familiari già compromesse: l’isolamento forzato, la convivenza obbligata e l’impossibilità di sottrarsi materialmente ai maltrattamenti uscendo di casa, hanno reso le mogli, le compagne e i figli ancora più esposti alle violenze domestiche. Inoltre, molte di coloro che svolgevano lavoretti precari, dalle colf alle baby sitter, hanno perso le loro occupazioni saltuarie diventando economicamente più dipendenti dai loro orchi. Quindi, più fragili e incapaci di reagire alle botte, alle umiliazioni, ai maltrattamenti fisici e verbali, inflitti a prescindere da età, classe sociale, istruzione e nazionalità. «Gli operatori dei centri antiviolenza hanno garantito la reperibilità telefonica anche nelle settimane più dure dell’emergenza Covid», sottolinea l’assessore regionale alla Famiglia, Alessandra Locatelli.

Mesi difficili, vissuti nella paura e nella solitudine, costrette addirittura a una convivenza forzata on il proprio carnefice. Tra i fattori di esasperazione, anche «l’aumento della disoccupazione maschile causa Covid, che destabilizza l’uomo».

SOS VIOLENZE Complessivamente, nel 2020, le donne prese in carico dai centri sono salite a 6.527, circa il 20% in più rispetto al 2019; più del doppio rispetto al 2013. Gli episodi (non è una novità) si sono consumati quasi esclusivamente fra le mura domestica: infatti, l’autore degli abusi è stato nell’81,1% l’attuale partner o ex. In dettaglio: nel 55,8% il coniuge o il convivente; nel 15,4% l’ex marito; nel 9,9% il fidanzato o ex.

REGIONE «Per far fronte alle violenze legate alla situazione epidemiologica - aggiunge Locatelli - abbiamo destinato 200mila euro per le spese sostenute dalle reti antiviolenza nel periodo Covid». E per i prossimi 4 anni la Regione conta di mettere a punto un pacchetto di azioni che vanno «dalla presa in carico degli orfani delle vittime di femminicidio al sostegno abitativo per le maltrattate».


Ultimo aggiornamento: Sabato 19 Giugno 2021, 07:05
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