Milano, la grande fuga dei medici di base: troppa burocrazia, stipendi bassi e relazioni sempre più difficili con i pazienti

Milano, la grande fuga dei medici di base: troppa burocrazia, stipendi bassi e relazioni sempre più difficili con i pazienti

di Simona Romanò

È la grande fuga dei medici di famiglia lombardi che dicono addio a stetoscopio e camice. Perché è una professione che non attrae più.

LA RITIRATA Negli ultimi 15 anni sono 9.522 i dottori di base che, in Lombardia, hanno lasciato il posto. Di questi, una minoranza è andata in pensione oppure è morta, come i tanti che hanno perso la vita per il Covid, ma la maggioranza ha scelto di “appendere” la divisa. Nel dettaglio: 3.689 si sono ritirati per anzianità e gli altri 5.833 hanno deciso di lasciare la professione. Oggi, in Lombardia, sono circa seimila i dottori di famiglia, pediatri compresi. Troppo pochi. Da qui, l’allarme per una carenza che la pandemia ha evidenziato.

CACCIA AI CAMICI La Regione ha pubblicato l’elenco degli “ambiti carenti” dove mancano i dottori, con un grave disagio per i pazienti. Sono 1.166 i posti scoperti, contro i 964 del 2021. Di questi, ben 316 sono “mancanti” nell’Ats Milano. Il vero problema è che non è detto che saranno coperti in tempi rapidi, «visto che, negli ultimi anni, i bandi regionali hanno visto la partecipazione di un numero di candidati molto inferiore rispetto alle necessità». Di «problema nazionale che si trascina da anni» parla l’assessore regionale al Welfare Letizia Moratti. «Verrà risolto solo quando il nostro sistema sarà capace di formare in numero sufficiente il personale necessario».

La Regione si è anche «impegnata a sostenere l’assunzione del personale amministrativo negli studi». Ma poco è cambiato.

PROFESSIONE ADDIO «Sempre meno giovani decidono di dedicarvisi per vari motivi, innanzitutto, perché le remunerazioni sono ferme a 15 anni fa, mentre i costi per mantenere un ambulatorio sono alti», denuncia Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei medici di Milano. A ciò si aggiunge «l’eccessiva burocratizzazione, per cui un sanitario impegna gran parte del proprio tempo per sbrigare una marea di pratiche».

RELAZIONI DIFFICILI Rossi sottolinea poi come «il rapporto dottore-paziente sia purtroppo via via peggiorato, perché il medico ha preso l’ascensore sociale verso il basso e la considerazione nei suoi confronti è peggiorata, ovvero è visto come chi deve inviare, tramite e-mail le ricette piuttosto che dare seguito alle esenzione. E se le richieste non sono soddisfatte, per una giusta motivazione, scoppiano le discussioni, anche violente». Alcune zone di Milano sono più sguarnite di altre, come Chiesa Rossa, Muggiano, Baggio. «Anche perché sono quartieri difficili, in cui l’approccio con il malato può diventare ancora più complicato», precisa Rossi.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 28 Marzo 2022, 06:45
© RIPRODUZIONE RISERVATA