Corsa a sindaco a Milano, Luca Bernardo: «Per sconfiggere Giuseppe Sala parto dalle periferie»

Corsa a sindaco a Milano, Luca Bernardo: «Per sconfiggere Giuseppe Sala parto dalle periferie»

di Simona Romanò

«Domenica e lunedì alle urne ci sarà una sorpresa. La mia Milano tornerà a essere la “grande Milano”, quella che ha visto le generazioni dei nostri padri realizzare i propri sogni con le opportunità offerte da questa città».

Il candidato sindaco del centrodestra Luca Bernardo lancia la volata finale.  Sta guardando i sondaggi, che la vedono in svantaggio, o non se ne cura?

«Non credo nei sondaggi, ma nella scelta democratica dei cittadini: si chiama voto».

Andando per mercati e piazze, quale sensazione avverte?

«Una città stanca da 10 anni di politica della sinistra, che ha dimenticato le periferie. Noi cambieremo rotta, perché non ci sono milanesi di serie A e milanesi di serie B. Ogni milanese conta».

Una campagna elettorale a tratti difficile, fra attacchi personali e alcune sue gaffe che hanno scatenato polemiche. C’è qualcosa che non farebbe più?

«Mi piacerebbe non sentire più strumentalizzazioni da parte della sinistra, preferendo parlare dei problemi e delle esigenze dei milanesi. E sulle mie presunte gaffe, magari si tratta solo di una mia strategia di comunicazione».

Le sue prime delibere se dovesse vincere?

«La delibera per l’assunzione di 600 vigili e per la reintroduzione della figura del vigile di quartiere contro degrado e abusivismo. Poi, approveremo l’abbattimento di Imu, Tari, Tosap per le attività commerciali; e riconosceremo incentivi ai giovani che aprono nuove imprese con l’abbattimento dell’Irpef. Infine, spegneremo Area B e ridurremo l’orario di Area C alle 14».

La sicurezza è un suo cavallo di battaglia. Com’è, secondo lei, la situazione a Milano?

«La sicurezza non dovrebbe essere né di destra né di sinistra, ma è la precondizione per vivere. Tantissime persone, in tutti i quartieri della città, alla sera, non escono di casa per paura di essere aggredite oppure per timore di trovarsi l’alloggio occupato.

Esistono vere e proprie “zone franche”: servono più vigili in strada e maggiore utilizzo delle tecnologie per la sorveglianza».

Un altro dei suoi “chiodi fissi” sono le case popolari.

«Popolare non è un aggettivo negativo. La sinistra ha pensato a fare le piazze tattiche; invece, è prioritario - e in questo ci aiuteranno i fondi del Pnrr - procedere ad un grande piano di rigenerazione delle case popolari. Non penso alle mura in quanto tali, penso a riportare dignità a chi ci vive».

Sul fronte mobilità, le sue prime decisioni in caso di vittoria?

«Vogliamo realizzare piste ciclabili armoniche e sicure: cancelleremo dunque le piste pericolose e dannose per i commercianti, come quelle di corso Buenos Aires o di viale Monza. Su Area C, oltre alla riduzione dell’orario, è fondamentale riconoscere ai commercianti all’interno della Cerchia dei Bastioni gli stessi vantaggi previsti per i residenti in quell’area. Infine, serve un grande piano parcheggi sia interrati che di interscambio».

Perché votare lei?

«Perché sono, come mi hanno detto i cittadini che mi hanno incontrato - e mi ha fatto molto piacere - l’uomo nuovo della politica milanese. Il mio motto è avere coraggio, ovvero agire con il cuore e buttarlo oltre l’ostacolo, perché ogni problema ha una soluzione. Infatti, non faccio promesse, ma prendo impegni e li porto a termine».

Che giunta ha in mente? Non esclude la possibilità di un assessore No vax?

«I componenti della mia giunta saranno scelti per merito e competenza. Sul tema dei vaccini ribadisco che sono contro ogni forma di violenza. Da scienziato spiego a chiunque l’importanza del vaccino ed è evidente che sono sempre aperto al dialogo per portare tutti a immunizzarsi, perché il nemico è il virus, non il vaccino».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 1 Ottobre 2021, 10:21
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