«Domenica e lunedì alle urne ci sarà una sorpresa. La mia Milano tornerà a essere la “grande Milano”, quella che ha visto le generazioni dei nostri padri realizzare i propri sogni con le opportunità offerte da questa città».
Il candidato sindaco del centrodestra Luca Bernardo lancia la volata finale. Sta guardando i sondaggi, che la vedono in svantaggio, o non se ne cura?
«Non credo nei sondaggi, ma nella scelta democratica dei cittadini: si chiama voto».
Andando per mercati e piazze, quale sensazione avverte?
«Una città stanca da 10 anni di politica della sinistra, che ha dimenticato le periferie. Noi cambieremo rotta, perché non ci sono milanesi di serie A e milanesi di serie B. Ogni milanese conta».
Una campagna elettorale a tratti difficile, fra attacchi personali e alcune sue gaffe che hanno scatenato polemiche. C’è qualcosa che non farebbe più?
«Mi piacerebbe non sentire più strumentalizzazioni da parte della sinistra, preferendo parlare dei problemi e delle esigenze dei milanesi. E sulle mie presunte gaffe, magari si tratta solo di una mia strategia di comunicazione».
Le sue prime delibere se dovesse vincere?
«La delibera per l’assunzione di 600 vigili e per la reintroduzione della figura del vigile di quartiere contro degrado e abusivismo. Poi, approveremo l’abbattimento di Imu, Tari, Tosap per le attività commerciali; e riconosceremo incentivi ai giovani che aprono nuove imprese con l’abbattimento dell’Irpef. Infine, spegneremo Area B e ridurremo l’orario di Area C alle 14».
La sicurezza è un suo cavallo di battaglia. Com’è, secondo lei, la situazione a Milano?
«La sicurezza non dovrebbe essere né di destra né di sinistra, ma è la precondizione per vivere. Tantissime persone, in tutti i quartieri della città, alla sera, non escono di casa per paura di essere aggredite oppure per timore di trovarsi l’alloggio occupato.
Un altro dei suoi “chiodi fissi” sono le case popolari.
«Popolare non è un aggettivo negativo. La sinistra ha pensato a fare le piazze tattiche; invece, è prioritario - e in questo ci aiuteranno i fondi del Pnrr - procedere ad un grande piano di rigenerazione delle case popolari. Non penso alle mura in quanto tali, penso a riportare dignità a chi ci vive».
Sul fronte mobilità, le sue prime decisioni in caso di vittoria?
«Vogliamo realizzare piste ciclabili armoniche e sicure: cancelleremo dunque le piste pericolose e dannose per i commercianti, come quelle di corso Buenos Aires o di viale Monza. Su Area C, oltre alla riduzione dell’orario, è fondamentale riconoscere ai commercianti all’interno della Cerchia dei Bastioni gli stessi vantaggi previsti per i residenti in quell’area. Infine, serve un grande piano parcheggi sia interrati che di interscambio».
Perché votare lei?
«Perché sono, come mi hanno detto i cittadini che mi hanno incontrato - e mi ha fatto molto piacere - l’uomo nuovo della politica milanese. Il mio motto è avere coraggio, ovvero agire con il cuore e buttarlo oltre l’ostacolo, perché ogni problema ha una soluzione. Infatti, non faccio promesse, ma prendo impegni e li porto a termine».
Che giunta ha in mente? Non esclude la possibilità di un assessore No vax?
«I componenti della mia giunta saranno scelti per merito e competenza. Sul tema dei vaccini ribadisco che sono contro ogni forma di violenza. Da scienziato spiego a chiunque l’importanza del vaccino ed è evidente che sono sempre aperto al dialogo per portare tutti a immunizzarsi, perché il nemico è il virus, non il vaccino».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 1 Ottobre 2021, 10:21
© RIPRODUZIONE RISERVATA