Il candidato prescelto si dava il punteggio da solo. E i criteri di valutazione erano ritagliati su misura per lui. Sono alcuni dei presunti «schemi di condizionamento» dei concorsi universitari che spuntano in una serie di telefonate intercettate nell’inchiesta della procura milanese sulle sospette assunzioni pilotate nel mondo accademico. Un’indagine ampia e solo ai primi passi, che vede 33 indagati, 24 dei quali docenti, quasi tutti della facoltà di medicina della Statale di Milano. E tra loro l’infettivologo Massimo Galli, ormai volto celebre della guerra al Covid.
Ieri i pm Luigi Furno e Carlo Scalas, titolari dell’inchiesta assieme all’aggiunto Maurizio Romanelli, hanno convocato alcuni testimoni: Massimo Puoti, direttore del reparto Malattie infettive del Niguarda e ritenuto danneggiato in una delle 13 procedure finita sotto la lente degli inquirenti e Maria Rita Gismondo, anche lei nota virologa del Sacco, sull’assunzione a tempo determinato di quattro dirigenti biologici da assegnare all’Unità operativa Complessa Malattie infettive 3, quella universitaria guidata da Galli.
Puoti ha parlato del concorso che è poi stato vinto da Agostino Riva, delfino di Galli e a sua volta indagato, insieme alla segretaria di Galli e a due componenti della commissione giudicatrice, il professore alla Sapienza di Roma Claudio Maria Mastroianni, e la professoressa dell’Università di Palermo Claudia Colomba.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Ottobre 2021, 08:27
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Profilo Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout