Il lockdown “catartico” di Flavio Oreglio: «Quanta stupidità ha rivelato il Covid». Il cabarettista tra pandemia e nuovi progetti

Il lockdown “catartico” di Flavio Oreglio: «Quanta stupidità ha rivelato il Covid». Il cabarettista tra pandemia e nuovi progetti

di Ferruccio Gattuso

«La neve. Le luci. L’albero. Tutto qui quello che mi ricordo dell’incidente». E Buon Natale da Flavio Oreglio, cabarettista che risulta comico solo come conseguenza, perché in quella parola ci si trova stretto. Poesie catartiche come questa, aforismi, racconti brevi: è la materia incandescente di ironia e sarcasmo che l’attore di Peschiera Borromeo, volto noto di Zelig, mette in Brev Art, il suo ultimo libro uscito per i tipi di Sagoma Editore.

Quando l’ha scritto?

«Durante il lockdown a marzo scorso, ovvio. Il tempo c’era».

Di libri ne scrive parecchi, quasi uno all’anno.

«Primo, amo scrivere. Non passa giorno che non butti giù qualcosa. Secondo, con questo libro festeggio vent’anni di momenti catartici. A dicembre 2000 feci il mio esordio con le poesie catartiche, a Zelig. E comunque la scrittura breve è nobile, se si pensa a Oscar Wilde e ai lirici greci».

A proposito di catarsi: questa pandemia lo sarà?

«Ci vorrebbe una catarsi collettiva. L’etimologia della parola significa liberazione. Ma la nostra natura è così da sempre, purtroppo».

I palcoscenici sono fermi: quando torneremo alla normalità?

«Le previsioni sono difficili.

Io come artista mi armo di pazienza e seguo l’onda. Ma stupidità e follia imperversano. Cito Carlo Cipolla e il suo Allegro ma non troppo: lui suddivideva gli uomini in intelligenti, altruisti, egoisti e stupidi. I primi producevano a sé stessi benefici che risultavano utili anche agli altri. Gli ultimi, che in questa emergenza da Covid abbondano, danneggiano sé e gli altri. Tra le cose stupide, però, c’è stato anche chiudere i teatri».

Ci dica la sua.

«Più che la mia è la constatazione dei fatti. Nessun contagiato, controlli all’ingresso, pubblico seduto a distanza con mascherine. I contagi venivano da altrove».

Di tempo libero purtroppo ne ha ancora: come lo impiega?

«Scrivo cose nuove e sto registrando un album che prosegue il mio progetto intitolato Anima popolare. È un omaggio al cantautorato milanese, da Gaber a Jannacci a Valdi, fino a Vecchioni e Finardi. Con sonorità nuove».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 23 Dicembre 2020, 09:23
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