Milano, più di 10mila famiglie finiscono alla Caritas. Gualzetti: «Richieste d'aiuto cresciute del 130% in un anno»

Milano, più di 10mila famiglie finiscono alla Caritas. Gualzetti: «Richieste d'aiuto cresciute del 130% in un anno»

di Simona Romanò

È a Milano che si registra il picco di povertà assoluta per colpa del Covid: mai così tanti residenti sono stati in miseria negli ultimi 15 anni. «Nel 2020, oltre 10mila famiglie, con un aumento del 130% rispetto al 2019, si sono rivolte agli empori o alle botteghe solidali della Caritas per ricevere alimenti». Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana, è allarmato dalla marea di nuovi poveri.

Quante persone vi hanno chiesto cibo, dalla pasta al latte?

«Circa 34mila nella Diocesi Ambrosiana, ovvero più che raddoppiate. Oltre agli indigenti in conclamato disagio, c’è una platea incalcolabile di cittadini dal futuro incerto: ad oggi, non hanno bisogno della Caritas, ma fanno davvero fatica a sopravvivere. Rinunciano alle cure del dentista, al materiale scolastico per i figli, al cibo più nutriente».

Sono cambiati i bisogni?

«I bisogni sono aumentati, perché sono differenti in base alle situazioni. Mi spiego meglio: è cresciuta la richiesta di beni di prima necessità, come cibo e vestiario, ma anche la domanda di aiuti economici per il pagamento di bollette, mutui, affitti da parte di chi ha perso i lavoro, dei proprietari di piccoli botteghe costretti alle chiusure, dei ristoratori. Facciamo il possibile per tenerli a galla, sperando che si risollevino o sarà un disastro».

Come li aiutate?

«Li sosteniamo con il fondo straordinario San Giuseppe: finora abbiamo erogato un bonus da 400 a 800 euro al mese a 2600 persone per un totale di 5 milioni di euro.

Poi, c’è la galassia di coloro che sbarcavano il lunario con lavoretti in nero o contratti precari e che adesso sono senza reddito e tutele: badanti, baby sitter, donne delle pulizie. Per loro c’è il fondo diocesano all’assistenza che ha distribuito, nel 2020, un milione e 400mila euro, contro i 350mila euro degli anni scorsi».

Qual è l’identikit del nuovo povero?

«Ci sono tanti profili: dai genitori rimasti disoccupati con figli a carico alle mamme sole, ai giovani dai 26 anni in su che stavano costruendo il proprio futuro. E, al contrario del passato, a chiedere aiuto sono più italiani (53%) che stranieri (47%)».

Tanta povertà nella ricca Milano: sembra impossibile.

«Eppure i nuovi poveri abitano più a Milano che in provincia, perché il capoluogo si è “spento” con la pandemia e il costo della vita è molto caro. Direi insostenibile per chi non ha un reddito consistente».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 15 Marzo 2021, 09:57
© RIPRODUZIONE RISERVATA