Coca e festini a Milano: ex "gieffini", presentatori tv, chef del centro e modelle tra i clienti

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Cocaina, hashish, eroina. Un giro di droga milionario destinato a vip, professionisti e imprenditori. C'è un ex modella dell'Isola dei famosi, altre fotomodelle, personaggi dello spettacolo tra i clienti dei pusher che lavoravano per i trafficanti coinvolti nell'inchiesta del tribunale di Milano «The Hole», che giovedì ha portato a un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 23 persone.

Gieffini tra i clienti
Tra i clienti noti risultano anche ex concorrenti del Grande Fratello, conduttori televisivi, la fidanzata di un ex tronista di Uomini e Donne, ristoratori e cuochi del centro, personaggi della moda. Gli oltre 300 chili di droga sequestrati dai carabinieri del Comando provinciale di Milano sarebbero finiti in buona parte nei locali della movida di Milano e consegnati a domicilio a modelle e vip, si legge chiaramente nell'ordinanza firmata dal gip Maria Vicidomini in un passaggio che riguarda la batteria di Giuseppe e Adalberto D'Aiello, due trafficanti addetti al «delivery» della droga.

 


La batteria
«Alberto D'Aiello aveva una sua rete di spaccio e gestiva una "batteria" che agiva principalmente nel centro di Milano - spiegano i magistrati -. L'attività di spaccio iniziava nel pomeriggio, intorno alle 17.30/18.00, e terminava in tarda serata. Solo nel fine settimana l'attività si protraeva sino alle ore tre/quattro di notte, visto che la richiesta di droga aumentava in considerazione dell'elevato numero di clienti che raggiungevano i locali della movida milanese».

Sigilli al beauty center
Oltre ai 23 arresti è stato disposto il sequestro del centro estetico «Beauty Center» di Cerro Maggiore (Milano), che le intercettazioni e gli appostamenti hanno dimostrato essere la base degli incontri per la gestione degli affari di droga tra i vari trafficanti. Il locale risulta ufficialmente intestato a Mattia Peitavino, ma si tratterebbe di un prestanome per conto di Massimo Rosi, trafficante arrestato il 9 maggio 2016 in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare del tribunale di Busto Arsizio.

La 'ndrangheta
Lì si sono incontrati in più occasioni i cugini Domenico e Antonio Barbaro (dell'omonimo clan di 'ndrangheta), attivi soprattutto nella zona di Cesano Boscone. Erano loro il collegamento con Antonio Agresta, 45enne originario di Platì già condannato come capo della Società di 'ndrangheta di Volpiano (Torino). I militari del comando provinciale di Milano hanno preso Agresta nel suo appartamento di Volpiano, e attualmente stava scontando una misura alternativa che gli consentiva di restare fuori dal carcere.

Traffici internazionali e rom
Questo gli permetteva di gestire con maggiore facilità i suoi traffici di droga con i Barbaro dal Marocco con stoccaggio nei magazzini spagnoli di Durcal. Altro canale di approvvigionamento di droga di Michele Antonino era Giuseppe D'Aiello, trafficante 30enne di Maddaloni (Caserta) che era in contatto con Alan Spada, boss che dal carcere reggeva le fila del campo nomadi di via Negrotto attraverso la madre Teresa Sainovich.

Il "buco"
L'indagine coordinata dal pm di Milano Luigi Luzi, è stata chiamata «The Hole» (il buco) dal nome con cui era conosciuta la piazza di spaccio organizzata in un complesso immobiliare in via Turati 40 a Bollate (Milano). I clienti passavano infatti attraverso un varco nella cancellata di cinta per raggiungere la casa del 41enne Michele Antonino e di sua madre Eleonora Franzoso (68 anni), oltre a quella dell'amica di famiglia Rosanna Pitino (58 anni) che abitava nell'appartamento di fronte.

Dove tutto ebbe inizio
Antonino è un personaggio centrale, è grazie a lui che i carabinieri del comando provinciale di Milano sono riusciti a risalire ai suoi fornitori, identificati nei fratelli Giuseppe e Alberto D'Aiello, Moreno Lamantea, Davide Cannone e i cugini Antonio e Domenico Barbaro, questi ultimi della omonima famiglia 'ndranghetista. Il punto di partenza è un'altra indagine, «The Mask», una vicenda legata ai rapinatori Davide Graziano e Yari Viotti, autori (tra le altre cose) di un colpo alla filiale Ubi Banca di Cornaredo in cui ferirono a colpi di arma da fuoco un carabiniere.
Durante le perquisizioni nei loro box furono trovati un chilo di cocaina e uno di marijuana, gli approfondimenti sulla droga hanno consentito di aprire un nuovo filone che ha condotto ai protagonisti di «The Hole».


 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 3 Maggio 2018, 21:13
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