«È una misura che guarda ai pubblici esercizi – dichiara Carlo Squeri segretario di Epam – vedremo però il riscontro, perché d’inverno tavolini e ombrelloni saranno meno utilizzati dalla clientela: forse per un aperitivo sì, per una cena di alcune ore magari meno». E ancora: «Ci auguriamo un ulteriore sgravio sulle tasse comunali per i titolari che, invece, non hanno potuto e non potranno, per la mobilità della loro zona, montare dal nulla i plateatici». I dehors battezzati nell’era del Covid rimarranno, secondo le aspettative dei ristoratori, fino alla prossima primavera, per poi pensare a plateatici più definiti, magari da usare sempre, cambiando il volto di Milano. Ci sperano i gestori dei locali, che intanto pensano nell’immediato di chiedere al Comune di poter installare lampade riscaldanti e paratie a protezione del freddo.
Se i commercianti esultano, gli abitanti un po’ meno: le proteste scoppiano un po’ ovunque, perché la marea di tavolini è spuntata dappertutto.
La vera insurrezione è però nei quartieri delle movida: all’Isola è già stata avviata una raccolta firme “no dehors, sì alla restituzione dei posti auto”. Per Franco Spirito di ProArcoSempione «è inaccettabile, perché perpetua il degrado e il disordine in una zona di interesse monumentale, per la quale la sovrintendenza non si è fatta sentire».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 25 Settembre 2020, 08:28
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