Il ristoratore: «All’aperto il cliente è più invogliato. E forse noi ci salviamo»


di Simona Romanò
Marcello Rizza, titolare dei quattro bistrot Quore Italiano e rappresentante dei Giovani imprenditori della Federazione italiana pubblici esercizi.
Com’è andato il primo giorno di ripartenza vera?
«Meglio del previsto. L’afflusso di clienti, tutti attenti alle regole, è iniziato dalla mattina per le colazioni. È poi proseguito a pranzo con la richiesta di stare sui tavolini all’aperto». Allestire più plateatici è quindi una buona soluzione?
«Sì, perché è lo stesso principio per cui i cittadini preferiscono la bici ai mezzi pubblici. Il virus si trasmette meno facilmente all’aperto e fa meno paura rispetto ai luoghi chiusi. Approfittiamo quindi del bel tempo per ripartire con il piede giusto, perché un secondo lockdown ci metterebbe in ginocchio definitivamente».
Avete già un’idea dei nuovi spazi da chiedere?
«Ci sono tanti angoli, per esempio, presi d’assalto dai parcheggi selvaggi di auto e moto. Possiamo usarli meglio».
Così da salvare i bilanci?
«Sfrutteremo al massimo gli spazi disponibili, ma non salveremo i bilanci, perché abbiamo perso i tre mesi più belli dell’anno per la ristorazione milanese. E ci saranno dei costi a sostenere: per nuovi plateatici da 30, 40 posti bisogna investire circa 10mila euro».
Cosa chiedete al Comune?
«Le concessioni non possono valere fino a ottobre, ma almeno un anno per farci ammortizzare l’investimento. E i controlli oltre l’area dei plateatici spettano ai vigili». Stemperata la preoccupazione per la ripartenza?
«A tornare alla cosiddetta nuova normalità ci aiuteranno i milanesi, perché hanno tanta voglia di quotidianità e di qualche momento di svago, infatti, già nei giorni delle consegne a domicilio e dell’asporto ci chiedevano che cosa sarebbe cambiato nella ristorazione»

Ultimo aggiornamento: Martedì 19 Maggio 2020, 10:02
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