Cracco, Battisti e Fusto: dal torrone ai biscotti, le idee dolci di tre grandi chef per il restauro del Duomo

I dolci per i restauri della cattedrale. E spunta anche il vino

Cracco, Battisti e Fusto: dal torrone ai biscotti, le idee dolci di tre grandi chef per il restauro del Duomo

di Paola Pastorini

 Un pasticcino è più dolce se è per una buona causa. E se accompagnato da un buon vino, lo è ancora di più.

È quello che hanno pensato alla Veneranda Fabbrica del Duomo lanciando le nuove iniziative per raccogliere i fondi necessari al restauro della cattedrale.

È nato così Il Gusto del Duomo, progetto che vede la collaborazione degli “ambasciatori del gusto” (AdG) per due iniziative. La prima è Il Gusto del Duomo. Insieme per il Simbolo di Milano: tre dolci di tre grandi chef. La seconda è Un piatto per il Duomo. Insieme per i simbolo di Milano e sarà una “call to action” tra alcuni chef e i loro ristoranti con l’offerta di un piatto solidale. I primi tre ambasciatori del gusto sono gli chef Cesare Battisti, Carlo Cracco e Gianluca Fusco, che hanno ideato un trittico d’autore all’insegna della dolcezza. Il Torrone del Ratanà firmato Cesare Battisti: morbido, con riso soffiato e zafferano in pistilli; I Baci di Cracco che rimandano ai baci di Dama, in sei gusti e i Biscotti di Milano di Gianluca Fusto con farina di riso e zafferano. I dolci sono in vendita nel Duomo shop e sul sito www.duomo-shop.com, perfetti anche come idea regalo in vista del Natale alle porte Non solo. È arrivato anche Il Vino del Duomo, un rosso Igt Verona prodotto dall’azienda vitivinicola veronese La Collina dei Ciliegi, a dare una mano alla raccolta fondi. Una novità nel solco della tradizione: a distanza di sette secoli la Fabbrica riscopre l’utilizzo del vino come fonte di finanziamento. Infatti, nel XV secolo cittadini e comunità consegnavano al Duomo brente di vino da 75,55 litri, i cui proventi venivano destinati a coprire le spese di cantiere della cattedrale. «La Fabbrica era una città nella città: il cantiere della cattedrale ha impegnato migliaia di lavoratori, vero motore dell’economia cittadina, cui si doveva dare da mangiare e da bere», ha detto Fedele Confalonieri, il presidente della Veneranda. riproduzione riservata ®


Ultimo aggiornamento: Martedì 19 Ottobre 2021, 13:50
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