Non passa la sfiducia, Fontana avanti tutta. Striscioni in strada: «Assassino»

Non passa la sfiducia, Fontana avanti tutta. Striscioni in strada: «Assassino»

di Giammarco Oberto
Sono tornati in aula per la prima volta dopo la pausa estiva, i consiglieri del Pirellone. E si sono subito presi a schiaffi sul tema bollente che era rimasto in sospeso a fine luglio: la mozione di sfiducia al governatore Fontana per la gestione dell’emergenza coronavirus.
Una mozione che non aveva alcuna chance di passare, perché l’esito stava scritto nel rapporto di forze nell’Aula. E infatti, al termine di una ridda di accuse e controaccuse tra i divisori in plexiglass, il Consiglio regionale ha respinto la mozione con 49 voti contrari e 29 favorevoli. Un solo colpo di scena: Patrizia Baffi di Italia Viva ha preso le difese di Fontana ed è uscita dall’Aula. L’esito del voto, benché previsto, ha ringalluzzito il governatore, che in serata ha commentato su facebook: «Alla fine la ragione e la verità trionfano. Un astenuto tra le forze di minoranza è il segno che la stessa istanza non è stata in grado di convincere tutti».
Il clima in Aula si era fatto rovente fin dall’avvio della seduta. Mentre i consiglieri di maggioranza sfoggiavano mascherine ornate da fenicotteri rosa, quelli delle opposizioni le avevano con la scritta “Basta così”. I consiglieri M5S hanno portato scatoloni da trasloco etichettati con il nome di Fontana e degli assessori Gallera, Bolognini, Caparini. Uno show. Intervento dopo intervento, le opposizioni hanno rinfacciato ai vertici di Palazzo Lombardia lo scandalo camici, l’ondata di morti nelle Rsa, il caso Diasorin, lo scarso ricorso ai tamponi nella fase iniziale della pandemia, l’inutile ospedale della Fiera di Milano «che impallidisce di fronte a quello realizzato dagli alpini a Bergamo».
La maggioranza ha invece fatto quadrato intorno a Fontana, «il migliore presidente di Regione in Italia». «Lo dileggiavate per le sue mascherine e poi andavate a farvi gli aperitivi sui Navigli». Ed ha rilanciato con una contro-mozione che chiede le dimissioni del governo Conte: dopo l’approvazione sarà inviata al presidente Mattarella.
A scaldare gli animi sono stati anche lo striscione con la scritta “Fontana assassino” e i volantini distribuiti davanti al Pirellone dai militanti del Carc, il comitato di appoggio alla resistenza per il comunismo, lo stesso che aveva rivendicato la scritta “Fontana assassino” fatta sui muri di un sottopasso lo scorso 17 maggio.
E anche stavolta la procura aprirà un’indagine per minacce e diffamazione: il responsabile dell’antiterrorismo Alberto Nobili è in attesa dell’informativa con cui la Digos denuncerà gli attivisti.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Settembre 2020, 09:39
© RIPRODUZIONE RISERVATA