Dalla droga alle truffe, alla Comasina blitz contro la cosca Flachi: 13 fermati. C'è anche volto tv

Dalla droga alle truffe, alla comasina blitz contro la cosca Flachi, 13 fermati. C'è anche un volto tv

di Greta Posca

 «Se tu sei in piedi è grazie a me». È una delle tante telefonate intercettate di Davide Flachi, 43 anni, figlio del boss della ‘ndrangheta della Comasina Giuseppe, detto Pepè, per spiegare chi comanda. L’ammonizione era rivolta a Franco Terlizzi, 62 anni, ex pugile, personal trainer e partecipante al reality L’isola dei famosi 2018. I due sono tra i tredici fermati ieri dalla Dda di Milano nell’inchiesta della Gdf di Milano e Pavia che ha azzerato un’associazione per delinquere “specializzata” nel traffico di droga, ma anche sulle estorsioni, aggravate dal metodo mafioso. E non solo. Sequestrati un negozio sportivo e una carrozzeria, mitragliatori da guerra e droga in Svizzera. Terlizzi è finito in carcere per associazione per delinquere finalizzata a una serie di truffe assicurative su finti incidenti d’auto. Secondo i pm Gianluca Prisco e Francesco De Tommasi e il collega di Pavia Andrea Zanoncelli, l’ex pugile avrebbe procacciato «clienti» per la maggior parte delle frodi della banda Flachi, titolare di fatto della Carrozzeria Nuova Milano. Intestata fittiziamente, per l’accusa, a Terlizzi «stipendiato» come amministratore.

E sempre lui, si legge nel decreto di fermo, si sarebbe speso per «agevolare le denunce dei clienti» sui falsi incidenti. E per questo avrebbe avuto rapporti anche con un ex carabiniere, solo indagato. «Non posso negare di conoscere Davide Flachi, ma con lui ho solo avuto rapporti professionali e commerciali. Non ho mai avuto a che fare con le ipotetiche truffe e i traffici di droga contestati», ha dichiarato l’ex pugile attraverso il suo legale Antonio Crea. Agli atti, poi, l’ascesa criminale, sulle orme del padre Pepè, di Davide Flachi, morto a gennaio, che controllava negli anni Ottanta e Novanta il quartiere Comasina. Antonio Chirico, anche lui in carcere, lo descriveva così: «Il gigante è messo bene ha delle belle amicizie... è uno che si fa valere... già ai tempi lo avevano arrestato perché era con suo padre (Pepè), gli hanno dato l’associazione perché prendevano le tangenti in tutta Milano. Lui piccolino (di statura) però picchia di brutto (...) e poi essendo il figlio di eh, la gente aveva paura».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Settembre 2022, 06:30
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