Gli è stata aumentata la pena ma non torna di nuovo in carcere Pier Paolo Brega Massone, l'ex primario della clinica Santa Rita di Milano condannato, nell'ottobre 2018 nel processo d'appello bis, a 15 anni di reclusione per la morte di quattro pazienti. Il chirurgo aveva preso anche 15 anni e mezzo, diventati definitivi, per 55 casi di lesioni e truffe al servizio sanitario nazionale.
In precedenza la Cassazione aveva annullato la condanna all'ergastolo per l'ex primario ritenendo che le morti dei 4 anziani portati in sala operatoria per "interventi inutili" non fossero "omicidi dolosi". La Corte d'Assise e d'appello di Milano ha quindi riqualificato l'accusa di omicidio, escludendo la volontarietà e il dolo, e riquantificato la pena per Brega Massone.
A rifare il calcolo è stata la Corte d'Assise d'Appello dopo che la Cassazione ha rinviato gli atti chiedendo la parziale riforma della sentenza di secondo grado: per gli ermellini era necessario contestare, accanto all'omicidio preterintenzionale, l'aggravante dello scopo di lucro.
Pertanto la condanna complessiva ("con il vincolo della continuazione") ricalcolata dai giudici milanesi è di 21 anni e 4 mesi che, per via del condono di 3 anni, sono scesi a 18 anni e 4 mesi.
La Corte ha anche rideterminato la pena di 7 anni e 8 mesi inflitta sempre tre anni fa a Fabio Presicci, l'allora braccio destro di Brega e imputato per due dei 4 decessi. Al netto del condono e con l'aggravante subvalente alle attenuanti generiche a lui concesse, la condanna è di 8 anni e 8 mesi, di cui solo 6 mesi da scontare in affidamento. In primo grado i due medici, arrestati 13 anni fa e oggi presenti in aula, erano stati ritenuti responsabili di omicidio ed erano stati rispettivamente condannati all'ergastolo e a 21 anni.
«È finalmente finita», si è limitata a dire la moglie di Brega dopo la lettura del dispositivo. «Si è chiusa una vicenda dolorosissima per tutti», ha affermato invece l'avvocato Mauro Mocchi, difensore di Presicci.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Settembre 2021, 16:35
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