Milano, la pandemia e la raffica di rincari mettono in ginocchio gli artigiani. Nel 2021 chiuse 2482 botteghe

Accornero (Unione artigiani Milano): "Chi resta è costretto a un'economia di guerra"

Milano, la pandemia e la raffica di rincari mettono in ginocchio gli artigiani. Nel 2021 chiuse 2482 botteghe

di Simona Romanò

Simona Romanò Molti artigiani hanno già alzato bandiera bianca. Altri rischiano di farlo nei prossimi mesi. Sono oltre duemila le attività, fra piccole imprese e botteghe di vicinato, che a Milano e nel Milanese hanno abbassato per sempre la saracinesca, colpiti dalla crisi da Covid. E i superstiti - complice il caro-bollette peggiorato dal conflitto in Ucraina - sono costretti a “un’economia da guerra”, con le luci delle vetrine spente per risparmiare. Nessuna categoria è risparmiata, infatti, perfino gli imprenditori immigrati sono in ritirata, dopo un decennio di crescita ininterrotta.  È la fotografia scattata dall’Unione artigiani di Milano con il suo segretario generale Marco Accornero, anche membro di giunta  della Camera di Commercio Milano- Monza-Brianza-Lodi, che lancia l’allarme: «Un altro 9, 10% di artigiani prevede di chiudere e nei quartieri si vedrà, sempre di più, una progressiva carenza di servizi, perché ogni chiusura è un servizio in meno e un presidio in meno sul territorio». Addio all’elettricista per i piccoli acquisti, come una lampadina. Addio alla sarta o al riparatore di bici.

SOS CHIUSURE  Per il centro studi dell’Unione Artigiani, tra Milano e hinterland, hanno cessato di esistere 2.482 insegne: nel 2021 erano 88.549 contro le 91.031 aperte del 2020. Boom di chiusure a Milano città: dal 2020 al 2021 le imprese artigiane segnano un calo del 3,36%, con 899 in meno.

La grande fuga si registra nel centro storico per gli affitti alle stelle: 1.668 vetrine all’appello nel 2021 contro le 1.704 del 2020.  I settori che più reggono sono l’edilizia (6.537 imprese) e la cura della persona (2.706).

SCENARIO MILANO  «La pandemia, oltre a mettere in ginocchio le piccole imprese, ha disincentivato nuove aperture, per esempio anche da parte degli immigrati», ammette Accornero. «È mancato il turnover fisiologico, anche perché i giovani non sono attratti dall’artigianato e così vanno a morire alcuni mestieri, che invece potrebbero garantire un futuro alle nuove generazioni». Le botteghe milanesi «resistono nelle vie periferiche, oppure nei mercati coperti dove si supportano a vicenda e migliorano la qualità della vita degli abitanti del quartiere, soprattutto degli anziani».

AUSTERITY  Gli artigiani ora fanno i conti con il caro-bollette e il caro-materie prime. Temono di non reggere la stangata: «Stanno prendendo provvedimenti da economia da guerra: chi può rinuncia al riscaldamento e lavora imbacuccato, oppure spegne di notte l’insegna o razionalizza l’uso degli impianti», chiosa Accornero.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 21 Marzo 2022, 10:07
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