Milan campione, piazza Duomo esplode. Festa tutta la notte

Milan campione, piazza Duomo esplode. Festa tutta la notte

di Giammarco Oberto

Le luci di San Siro si spengono meste che il fischio finale è ancora lontano. E si accendono quelle di tutta la città. Il cielo di Milano torna rossonero dopo 11 anni. E quella che si è appena conclusa è stata una lunga notte di caroselli di auto, clacson, cori, bandiere, fumogeni, petardi. Un’ubriacatura collettiva, una festa di migliaia e migliaia di tifosi dal cuore milanista. Hanno riempito piazza Duomo, i Navigli, la Darsena, via Rossi ai piedi di Casa Milan, piazza Castello, piazza Sempione. L’anno scorso erano stati alla finestra, mentre gli interisti si prendevano il 19° scudetto e la città, sfidando i divieti antiassembramento: eravamo in pieno Covid. Ora tocca ai casciavit, scendere in piazza per dire «io c’ero»: 19 scudetti, come i cugini. L’ultimo nel 2011: a Palazzo Chigi c’era Berlusconi, a Palazzo Marino Pisapia. Un’era geologica fa.

LA FESTA. Piazza Duomo comincia a riempirsi che a Reggio Emilia manca ancora un quarto d’ora alla fine del primo tempo: Milan avanti tre a zero, la partita è già finita. E di minuto di minuto la folla rossonero aumenta esponenzialmente. Mille, cinquemila, poi diecimila, dice la Questura. Poi il contatore va in tilt, chi lo conta più: trentamila, quarantamila. La stazione della metro davanti alla Cattedrale chiude per sicurezza, il colpo d’occhio è potente, il monumento a Vittorio Emanuele II è sepolto sotto bandiere rossonere e decine di corpi mezzi nudi: ci sono 35 gradi, l’asfalto bolle. Altre migliaia assediano Casa Milan: è qui che a mezzanotte arriva il pullman di Pioli, Leão, Giroud, Ibra: portano il trofeo. Un tifoso crolla a terra con una crisi epilettica, un altro si becca un fumogeno in testa. Niente di grave. In piazza Duomo volano bottiglie sulla polizia, un funzionario rimane ferito. Gli interisti evaporano, si chiudono in casa, scende una notte che è solo milanista. Anche Palazzo Lombardia si illumina di rossonero. E ancora la città non va a dormire, i caroselli continuano, tifosi in bilico dai finestrini aperti, clacson. Rob de matt. Oggi si ricomincia: alle 18 il bus della squadra attraverserà la città in parata, fino a piazza Duomo.

I CORI. C’è il classicone: «Siamo noi, siamo noi, i campioni dell’Italia siamo noi».

Ci sono gli sfottò contro gli interisti, in piazza Duomo un grande striscione con la parola “Spiaze”, che prende in giro l’accento piacentino di Simone Inzaghi, che chiude la stagione solo con la Coppa Italia. «Chi non salta nerazzurro è». E ci sono tanti cori contro il sindaco Sala, accusato di non aver messo un maxischermo in piazza.

SALA VS SALVINI. A disegnare un bersaglio sulla schiena dell’interista Sala ci ha pensato il milanista Salvini: «Il sindaco non è riuscito ad autorizzare il maxischermo per il Milan per evitare assembramenti, e poi ieri sera c’è stato uno straordinario concerto con decine di migliaia di persone in piazza Duomo. Mettiti d’accordo con te stesso». Sala replica subito via social, duro: «Nessuno ne ha fatto richiesta. Questo “signore” getta benzina sul fuoco, dicendo falsità». E la stoccata finale: «Onorevole Salvini, io invece non la esorto a “mettersi d’accordo con se stesso”: sarebbe un esercizio al di là delle sue capacità». Scaramucce. Il resto è una notte di festa con i colori del Diavolo.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 23 Maggio 2022, 18:28
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