Bambino ucciso a Milano, l'orrore dall'autopsia: «Morsi e bruciature di sigaretta prima di essere ammazzato dal padre»
di Salvatore Garzillo
Secondo il procuratore aggiunto Laura Pedio, la configurabilità del reato viene definita in alcuni «gesti di violenza» che, «nel contesto delle condotte di maltrattamenti», sarebbero stati «connotati da gratuita crudeltà» provocando «acute sofferenze fisiche» al bimbo «sottoposto alla sua custodia, potestà e cura». Il riferimento è ai calci alla testa (a ucciderlo è stato proprio un colpo al capo), i morsi su braccia e schiena, i tagli al labbro superiore, le bruciature di sigaretta sul corpo e le ustioni sotto le piante dei piedi provocate a fiamma viva con un accendino.
In quella notte d'inferno Hrustic era sotto effetto di stupefacenti, che hanno amplificato la sua rabbia scatenata dall'incontinenza di suo figlio. Il pm gli contesta l'aggravante di avere agito «con crudeltà» e aggiunge che Hrusic «manifestava grave insofferenza nei confronti del figlio minore, lo ingiuriava ripetutamente con l'epiteto di scemo, lo percuoteva senza alcun motivo».
La posizione della madre del piccolo, la 23enne croata Silvia, è stata invece riabilitata dopo i dubbi dell'inizio. Anzi nel procedimento è ritenuta vittima. «Fin dall'inizio della loro relazione - si legge nell'avviso notificato al 25enne - ingiuriava e percuoteva, il più delle volte alla presenza dei figli minori la convivente colpendola con schiaffi, pugni e calci, a volte utilizzando una cintura, in altre occasioni servendosi del bastone di una scopa o di grossi fili elettrici».
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Ultimo aggiornamento: Martedì 29 Ottobre 2019, 09:58
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