Maxirissa a Milano, blitz della polizia. I residenti: «Minacce dai rom, dicono che ci faranno saltare in aria»

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di Domenico Zurlo

Una settimana dopo la maxirissa in via Bolla con una sessantina di persone in strada armate di spranghe e bastoni (rissa in cui rimase ferito anche un bambino di due anni) questa mattina è in corso a Milano un'operazione di polizia giudiziaria con un ingente schieramento di forze dell'ordine e la presenza di un elicottero. Le indagini, dopo la maxi rissa avvenuta proprio nel parcheggio e in strada, sono state condotte dalla Squadra mobile e dal Commissariato Bonola, competente per la zona della città, il Gallaratese, uno dei quartieri più popolari e il più popoloso della metropoli. 

Maxirissa a Milano, residenti italiani accusano i rom: «Ci hanno aggrediti con le spranghe»

Le perquisizioni di oggi, fa sapere la Questura di Milano, sarebbero volte proprio a «trovare ulteriori elementi di prova» a carico degli indiziati e a precisare «le singole condotte penalmente rilevanti» dopo l'analisi investigativa di immagini e social a seguito degli scontri, avvenuti tra decine di persone divise in due fazioni, ovvero tra italiani e rom di origine bosniaca. Sono otto, al momento, le perquisizioni in corso a Milano nelle case popolari: cinque sono quelle delegate dall'autorità giudiziaria alla Polizia di Stato, e altre sono in corso di iniziativa da parte degli investigatori. Contestualmente sono in corso anche cinque sgomberi, al momento limitati ai nuclei familiari dove si trovano indagati perquisiti, che sono stati portati in Questura per accertamenti. Secondo quanto appreso sul posto, sono state trovate mazze, bastoni e qualche coltello, ma non armi da fuoco. 

 

Maxirissa a Milano, contestato il reato di rissa aggravata

Viene contestato il reato di rissa aggravata dall'uso di armi nel fascicolo di indagine, coordinato dal procuratore aggiunto di Milano Laura Pedio e dal pm Sara Arduini, che stamani ha portato alle perquisizioni della Polizia per la maxi rissa scoppiata il 10 giugno nelle case popolari di via Bolla. Al momento, come già riferito, la Procura ha disposto cinque perquisizioni, mentre altre tre sono state effettuate di iniziativa stamani nelle indagini condotte dagli investigatori dalla Squadra mobile e dal Commissariato Bonola.

Il numero di indagati, comunque, potrebbe aumentare a seguito degli accertamenti, che hanno portato anche al sequestro dei telefoni delle persone indagate.

Scambio di accuse tra residenti e rom

Durante la perquisizione è scoppiata una lite tra rom, con un rimpallo di accuse sulla colpa degli scontri che hanno portato all'intervento della polizia. «Non è giusto che andiamo di mezzo per colpa di pochi che fanno reati», le parole di un residente rom del quartiere. «Io lavoro, pago i contributi da 15 anni - racconta - e ora verrò sgomberato perché sono abusivo e non so dove andare con la mia famiglia». Le forze dell'ordine si sono schierate, a una certa distanza, per monitorare la situazione.

Da parte degli altri residenti nei palazzi di edilizia popolare invece arrivano accuse agli stessi rom: «Dopo il casino ci hanno detto che se fosse arrivata la polizia a sgomberare, ci avrebbero fatto saltare in aria. Lo hanno detto ripetutamente. Adesso la polizia è arrivata e non sappiamo se essere contenti o no», dicono due uomini. «L'altra sera tornando a casa, alle 21, da San Leonardo - dice una donna di 40 anni - ho visto dei ragazzini che giravano con dei bastoni in mano. E ho avuto paura perché qualche mese fa ho difeso una vecchietta sul bus 69 da uno scippo da parte di una donna incinta rom».

I residenti italiani, alcuni occupanti, altri che pagano un affitto, raccontano di continui furti di auto, di scippi ad anziani, di gente che corre nelle auto con i cortili, di timori per i bambini. «Qualche sera prima della rissa, dei bambini italiani avevano litigato con dei compagni rom - racconta un anziano -, e poi sono arrivati i loro fratelli con i coltelli». «Mia zia viveva qui da quando ero bambina, almeno da 30 anni - racconta una donna - ora ha accettato una casa popolare in un'altra zona. È brutto sradicarsi, ma non c'è altra soluzione». I residenti riferiscono di diverse persone in corso di trasloco in case popolari nella zona di piazza Prealpi, sempre nella zona nord della metropoli.


Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Giugno 2022, 14:27
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