Luca Bernardo, il pediatra candidato sindaco del centrodestra: «Curerò Milano come un medico. Nessuno sarà lasciato da solo.»

Bernardo: "Curerò la città come un medico"

Luca Bernardo, il pediatra candidato sindaco del centrodestra: «Curerò Milano come un medico. Nessuno sarà lasciato da solo.»

di Simona Romanò

«Sono un pediatra. Come curo i miei bambini, così curerò Milano. Nessuno sarà lasciato da solo nella mia Milano. Non è uno slogan, ma una promessa che manterrò». Luca Bernardo,  54 anni, primario di pediatria dell'ospedale Fatebenefratelli e candidato sindaco a Milano per il centrodestra, si racconta a Leggo. Fra programma, obiettivi, passioni, vita privata, promesse. Bernardo è pronto alla sfida con il primo cittadino uscente, ricandidato al mandato bis, Giuseppe Sala (centrosinistra), per riportare Milano al centrodestra.

Si può battere Sala? 

«È la città che batterà Sala con il nome di Bernardo. Io corro per vincere. Ma non considero Sala un nemico, bensì  un sindaco con idee molto diverse dalle mie, soprattutto sul sociale che io vivo ogni giorno profondamente».

La priorità per i milanesi?

«Ascoltarli. Dai residenti dei quartieri ai commercianti, dai genitori ai ragazzi, perchè finora non sono stati resi partecipi. Io li ascolterò, come faccio con le mamme per guarire i figli: la centralità della persona è il fulcro dell'attività amministrativa. Nell’era del Covid più che mai: ho vissuto giorno e notte, per un mese e mezzo in ospedale per affrontare l’emergenza. È stato terribile».

Essere medico cosa le ha insegnato?

«La mia professione mi ha portato, da oltre 20 anni, a stare vicino a chi è solo, abbandonato, con problemi. Questa la differenza fra me e Sala. Io abito in centro, ma conosco benissimo le periferie, perchè le giro quando vado a visitare i pazienti. Ho incontrato persone che vivono in macchina, che non hanno soldi per fare la spesa, che hanno paura: a tutte loro io mi voglio rivolgere».

Perché si è buttato in questa avventura?

«Ho avuto la fortuna di diventare medico e di togliermi tante soddisfazioni professionali. Credo che io debba restituire qualcosa a questa città che amo e spero di poter dare il mio contributo come sindaco».

Com’è la Milano di Bernardo?

«Una Milano che guarda al futuro con grandi progetti. Che cresce ovunque, dal Quadrilatero della Moda alle periferie. Che non dimentica la quotidianità, come i marciapiedi rotti da sistemare o i commercianti che chiedono sgravi sulle tasse per ripartire».

Bernardo uomo com’è?

«Sono un uomo che ha avuto alle spalle una famiglia solida che mi ha insegnato il rispetto e l’educazione verso tutte le persone. Ecco perché non alzo mai i toni e non farò una campagna gridata, ma basata sul programma».

I punti del suo programma?

«Tanti. Il sociale innanzitutto, combattendo la solitudine; la sicurezza con più vigili in strada, perché a prescindere dalla riduzione dei reati i cittadini hanno la percezione dell’insicurezza; il lavoro per attrarre investimenti e aziende nonché le famiglie e i giovani a caccia di un’occupazione; i ragazzi che devono essere aiutati a crescere; le donne, perché è terrificante che nel 2020 il centro anti-violenze ha ricevuto il triplo di richieste di aiuto».

Farà una sua lista civica?

«Sì, ne sto parlando con i partiti».

La sua forza e le sue passioni?

«La mia forza è la famiglia. È certamente la cosa più importante che ho, perché è il mio rifugio: dopo 25 anni che sono con mia moglie Francesca siamo ancora capaci di ridere e scherzare insieme.

E il frutto più bello è nostra figlia Lucrezia. Le mie passioni sono gli sport da combattimento, come pugilato e muay thay dove è fondamentale il rispetto dell’avversario anche fuori dal ring».

Si sta "scaldando" per un match con Sala?

«Sono pronto al confronto. Anche Subito. Ma mai colpi bassi. Sempre toni eleganti».

I suoi vizi?

«Non bevo, non fumo, ma non resisto ai piaceri della tavola. Ammetto che forse dovrei fare un po’ più di moto».

Lei è poco avvezzo ai social network.

«Prometto che recupererò. Apprezzo i social, ma le mie giornate sono lunghissime e non ho davvero il tempo a disposizione. Quello che mi rimane, dopo il lavoro, lo dedico a mia moglie e mia figlia».

Quali sono le sue figure di riferimento?

«Papa Francesco, che ho avuto l’onore immenso di incontrare, e Gandhi».

Intorno al suo nome i partiti di centrodestra hanno trovato l’intesa. Cosa le ha detto Giorgia Meloni?

 «È stata molto gentile. Ha fiducia in me, perché da madre ha apprezzato molto come io ascolto le mamme dei miei pazienti».

Silvio Berlusconi invece?

«“Bernardo, sono a sua disposizione giorno e notte, qualsiasi necessità lei abbia”. È una frase bellissima, che io dico ai miei pazienti».

E Matteo Salvini?

«“Dobbiamo correre per vincere, perché i milanesi si aspettano cambiamento e novità”. Poi, abbiamo parlato dei nostri figli».  

Che atmosfera ha percepito intorno a lei nelle prime uscite pubbliche da candidato sindaco?

«Grande entusiasmo e voglia di conoscermi da parte dei cittadini. È una gioia quando una persona mi chiede di stringermi la mano o di fare un selfie insieme».

Lascerà l’ospedale?

«Per il momento vado in reparto ogni mattina alle 7, perché amo fare il medico. Se sarò eletto, chiederò  l’aspettativa, perchè ho scelto di intraprendere questa nuova strada. E il sindaco richiede un impegno non di 24 ore, ma di 48 ore, se ciò fosse possibile».


Ultimo aggiornamento: Martedì 13 Luglio 2021, 10:13
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