Lombardia finita in zona rossa per un errore sui dati: «Migliaia di guariti conteggiati come ancora positivi»

Lombardia finita in zona rossa per un errore sui dati: «Migliaia di guariti conteggiati come ancora positivi»

Lombardia verso la zona arancione. Si sarebbe trattato di un errore sui dati quello che ha portato l'inserimento della Lombardia nella zona rossa, un errore che è stato individuato e ha portato a riconteggiare l'Rt che ha dato un esito positivo. La Regione passerà infatti in zona arancione con un allentamento delle restrizioni previste dall'ultimo Dpcm per cotrastare la pandemia di Covid

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L'errore

Per la Lombardia il passaggio da zona rossa ad arancione avviene dopo la relazione che l'Istituto Superiore di Sanità ha fornito alla cabina di regia sul 'caso' alla luce dei nuovi dati comunicati. La Regione Lombardia, nella settimana corrente, ha modificato i dati relativi alla settimana precedente il 22 gennaio. La modifica ha riguardato in particolare il numero di pazienti sintomatici con infezione confermata sui quali si basa il calcolo dell’Rt. Questa variazione ha comportato la modifica della stima di Rt della settimana precedente".

L'Iss

 

L'Iss precisa anche di essere "un organo tecnico scientifico che lavora con i dati inviati dalle Regioni e Province autonome e ripetutamente validati dalle stesse. Questo avviene da 37 settimane regolarmente con tutte le Regioni e Province autonome. I dati della sorveglianza epidemiologica Covid-19 forniti dalla Regione Lombardia il 20 gennaio cambiano il numero di soggetti sintomatici notificati dalla stessa Regione. Pertanto, una rivalutazione del monitoraggio si rende necessaria alla luce della rettifica fornita dalla Regione Lombardia".

"Per la settimana di monitoraggio 4-10 gennaio 2020 in Lombardia sulla base dei dati forniti il 13 gennaio 2021, rettificati solo per la parte relativa alla sorveglianza epidemiologica il giorno 20 gennaio - si legge - la regione mantiene la classificazione di rischio alto, ma in presenza di uno scenario di trasmissione compatibile con uno scenario 1". A cambiare, infatti, non è il rischio di trasmissione dell'epidemia, ma il valore Rt, che viene calcolato sulla base dei casi sintomatici di Covid-19. In base all'integrazione dei dati fornita il 20, l'indice Rt in Lombardia è inferiore a 1.

La replica della Lombardia

“Nessuna richiesta di rettifica, ma un necessario aggiornamento di un ‘campo del tracciato’, che quotidianamente viene inviato all’Istituto Superiore di Sanità”, scrive in una nota Regione Lombardia, rispondendo all'Iss, a proposito della controversa questione del calcolo dell'Rt che ha determinato la zona rossa. “Azione, condivisa con l’Istituto Superiore di Sanità resasi necessaria a fronte di un’anomalia dell’algoritmo utilizzato dall’Iss per l’estrazione dei dati per il calcolo dell’Rt, segnalata dagli uffici dell’assessorato al Welfare della Regione e condivisa con Roma". Sul tema è intervenuto anche il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia: "Come rappresentanti delle istituzioni dobbiamo onorare le bandiere se diciamo la verità sempre e comunque.

La regione Lombardia ha trasmesso i dati, certificati, e questa settimana ha rettificato i dati. Succede, speravo finisse lì e mi auguro che le polemiche finiscano. Ma ho visto che si è fatta fatica nell’ammetterlo. Non è mai successo prima, basta ammetterlo. C'è differenza tra rettifica e aggiornamento", ha evidenziato Boccia a Titolo V.

Le parole di Fontana

 

"Ai professionisti della mistificazione della verità, ribadisco ancora una volta che i ‘dati richiesti’ alla Lombardia sono sempre stati forniti con puntualità e secondo i parametri standard. Semmai qualcuno a Roma dovrebbe chiedersi come mai la Regione Lombardia abbia dovuto segnalare il ‘mal funzionamento’ dell’algoritmo che determina l’Rt dell’Iss", dice poi proseguendo sulla sua linea riguardo ai dati rettificati sui guariti della Regione, che avrebbero determinato un Rt 'peggiorativo' della situazione rispetto alla realtà nelle settimane precedenti, tale da rimettere in zona rossa la Regione.  Secondo Fontana, "chi sostiene il contrario lo deve dimostrare con atti concreti e non manipolando la realtà a uso propagandistico". "Già da lunedì le scuole medie riprenderanno la propria attività in presenza", fa sapere ancora il governatore. "Quelle secondarie di secondo grado potranno riprendere le lezioni in presenza secondo l’organizzazione stabilita nei piani operativi delle Prefetture", precisa. "Regione Lombardia, per quanto di propria competenza - sottolinea Fontana - ha già attivato le procedure affinché il Trasporto pubblico locale attui quanto previsto dalle Prefetture".


Ultimo aggiornamento: Sabato 23 Gennaio 2021, 17:52
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