Lombardia al voto. Duelli a Sesto, Como e Monza: Domenica il round definitivo

Duelli a Sesto, Como e Monza: Domenica il round definitivo

di Simona Romanò

Domenica di ballottaggi. Nei dodici Comuni lombardi dove non si è riusciti ad eleggere al primo turno sindaco e consiglio comunale si torna alle urne per le sfide finali, con lo spettro dell’astensionismo perché parte degli elettori sono già stati persi nelle prima tornata, come a Sesto San Giovanni, dove si sono perduti per strada 1.235 sestesi rispetto alle consultazioni del 2017, quando già si segnò il minimo storici. E il prossimo weekend, complici il caldo torrido e l’inizio delle vacanze, molti lombardi saranno nei luoghi i villeggiatura. Si rivota in due capoluoghi di provincia, Monza e Como, in sei Comuni del milanese, tra cui la simbolica Sesto San Giovanni, oltre a Cernusco sul Naviglio, Magenta, Melzo, San Donato Milanese, Abbiategrasso. E ancora: a Crema (Cremona), Cesano Maderno (Monza), Cassano Magnano (Varese), Darfo Boario Terme (Brescia).

GRANDE SFIDA. A Sesto San Giovanni, l’ex Stalingrado d’Italia, strappata cinque anni fa al centrosinistra, dopo settant’anni di governo, il centrodestra sperava in una vittoria secca al primo turno. Invece, si riparte daccapo: l’uscente Roberto Di Stefano della Lega, che si è fermato al 48,89%, è al ballottaggio con Michele Foggetta, il candidato del centrosinistra che, con il 38,43%, dovrà cercare di recuperare i dieci punti di svantaggio. Il centrosinistra, come previsto, ha chiuso l’accordo solo con Paolo Vino e la sua lista Giovani sestesi, che al primo turno aveva raccolto il 6,27%, ma gli mancherà l’appoggio di Carlo Calenda (Azione) e di Matteo Renzi (Italia Viva). Di Stefano ostenta tranquillità: «La nostra coalizione è unita e compatta, ha già dimostrato di saper amministrare con ottimi risultati».

Foggetta rilancia i punti fermi del suo programma: «Lavoro, con nuove opportunità; ambiente, con ciclabili e aria pulita; comunità, con piazze, strade luminose, luoghi d’incontro».

SCENARIO MONZA. Il centrodestra parte in testa. Al primo turno, infatti, il sindaco uscente Dario Allevi, in quota Forza Italia, si è fermato a poco meno di tre punti dalla vittoria con il 47,1%. Per essere certo della riconferma ha chiuso l’unico apparentamento con Paolo Piffer, della lista Civicamente che gli può portare in dote il 5,78% dei voti presi il 12 giugno. La sfida è con il candidato del centrosinistra Paolo Pilotto, che alla prima tornata è arrivato al 40,1%.

SCENARIO COMO. Nel capoluogo lariano - dove il centrodestra ha minacciato il ricorso al Tar per il riconteggio dei voti del primo turno - il centrosinistra sente già il profumo della vittoria e prenota la poltrona di sindaco per Barbara Minghetti che è in testa col 39,3% delle preferenze. A sorpresa va al ballottaggio con Alessandro Rapinese, esponente di una lista civica, che è al 27,2. Mentre Giordano Molteni, scelto da Fratelli d’Italia, è rimasto clamorosamente fuori per una manciata di voti rispetto a Rapinese. E ora Lega e FdI, in vista di domenica, bisticciano. Per il coordinatore regionale del Carroccio, Fabrizio Cecchetti, «si deve sempre andare a votare e la Lega non voterà mai la sinistra». Immediata la replica del coordinatore comasco di Fratelli d’Italia, Stefano Molinari: «Vorremmo che perdessero entrambi perché sono due facce della stessa medaglia».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 24 Giugno 2022, 07:42
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